
NORCIA – Il Natale si avvicina a grandi passi. Per la gente terremotata d Norcia è il terzo Natale da sfollati. Ieri, la città era deserta e fredda, i pochi bar vuoti. “Aspettiamo i turisti –mi dice un commerciante- come accadeva una volta, quando la vita pulsava davvero e fuori porta non c’erano la Sae, le casette di emergenza”.
Sulla piazza di san Benedetto, l’albero, alto più di tre metri, è stato allestito vicino alla Castellina e poco più avanti, vicino alla basilica di san Benedetto crollata, il presepe con pochi personaggi. Sono tutti a misura d’uomo. Lo hanno realizzato i residenti della frazione di Legogne.
Un paesino che dista a circa 6 chilometri dal capoluogo e sorge a quota 957. Intanto, la neve ha imbiancato le cime dei monti. Il paesaggio è suggestivo. Nell’artistica rappresentazione del presepe, vicino alla culla vuota di Gesù Bambino, un cartello avverte: ”I personaggi sono del luogo”. I nursini li conoscono bene, chi arriva da fuori no, ma ammira i volti delle statue e il loro abbigliamento.
Sono tutte figure della natività. In primo piano anche un calderone (paiolo di rame) annerito dal tempo e dal fuoco, appeso con la catena ad un trespolo di rami. Sullo sfondo, un momento quasi “magico”: una foto in bianco e nero di un antico e stretto vicolo di Norcia, con le case di pietra in un dolce contrasto di luci e ombre. Da lontano domina immancabilmente una torre.
Tutto intorno alla piccola rappresentazione, gli stemmi delle sei guaite, gli attuali rioni della città. Facciamo un giro, parliamo con i pochi che incontriamo in corso Sertorio. Non sono più giovani, ma nemmeno anziani, Ci confessano che si sentono come privati di ogni prospettiva futura.
E poco più avanti, dalla parte opposta del teatro civico, sulla piazza dove sorgeva l’auditorium, sulle transenne della recinzione che circondano il crollo di una struttura, qualcuno ha scritto: “Questa piazza è abbandonata da Dio e dagli uomini”. L’incertezza del futuro è il problema più grosso.
Non ci sono ancora informazioni certe sulle tempistiche delle pratiche. Secondo il Senatore umbro del Movimento 5 Stelle, Stefano Lucidi, la ricostruzione è ferma. Se la prende con la Regione e in una nota afferma: “i numeri della disfatta sono impressionanti, delle migliaia di istanze in corso, circa 1000 riguardano la ricostruzione pesante, di cui 100 per danni gravi.
Di queste ne risultano autorizzate 10 mentre i cantieri finiti sono 3. Per i danni lievi 95 cantieri e 550 pratiche ancora in istruttoria. Numeri allarmanti per un territorio che vede cadere in queste ore la prima neve dell’anno e che sente confermare i propri timori e cioè che la ricostruzione è ferma al palo”.
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