Perugia, 10 marzo 2023 – “Al signor Ferdinando Tascini per la limpida, costante testimonianza delle virtù civiche racchiuse nella Costituzione della Repubblica”. E’ questa la dedica impressa nella targa listata con il tricolore che il Prefetto di Perugia, Armando Gradone, ha consegnato nella sede della Prefettura in Piazza Italia, nel corso di una sentita cerimonia, a Ferdinando Tascini, che lo scorso 28 dicembre ha tagliato il traguardo dei 100 anni, ultimo “carceriere” di Mussolini nella prigionia  a Campo Imperatore sul Gran Sasso, vero e proprio simbolo di eventi storici, sostenitore convinto dei valori di libertà e democrazia racchiusi nella Costituzione della Repubblica Italiana.

All’incontro oltre ai figli, al sindaco, Luca Secondi, ha preso parte anche una nutrita e prestigiosa delegazione di rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Questura di Perugia: il Comandante della Legione Carabinieri,  generale di brigata, Gerardo Iorio, il Comandante Provinciale, Colonello, Stefano Romano, il Comandante Gruppo Regionale Guardia di Finanza, generale di brigata, Alberto Reda, il Comandante Provinciale, colonnello, Antonella Casazza ed il Vice-Questore, Alessandro Drago.

“L’elemento che più colpisce di questa bellissima testimonianza di vita è il desiderio di guardare avanti con fiducia, la voglia di costruire il proprio futuro, creare una famiglia serena, coltivare il proprio lavoro da seminatore: il signor Tascini ha fatto una semina, anno dopo anno, passo dopo passo per costruire un paese migliore”, ha dichiarato il Prefetto Gradone prima del conferimento della targa facendo riferimento allo straordinario messaggio che attraverso la Costituzione ha lanciato in particolare alle giovani generazioni. “Con quelle belle parole credo abbia voluto dire questo ai nostri ragazzi. Guardate che nella Costituzione ci sono i valori che tengono insieme una nazione, di solidarietà, dei diritti e dei doveri dei cittadini.

Lui è un testimone di quei valori che ha trasmesso alla sua bella famiglia, alla sua comunità che giustamente il sindaco di Città di Castello ha evidenziato in maniera pubblica”, ha concluso il Prefetto Armando Gradone. Il testimone della storia e custode dei principi e valori della carta costituzionale, a stento ha trattenuto la commozione e soddisfazione per aver avuto l’onore di vivere momenti indimenticabili in quella prestigiosa sede dello Stato: “nella mia vita non avrei mai immaginato di essere ricevuto da Sua Eccellenza il Prefetto e dai massimi esponenti delle forze dell’ordine e di Polizia, una giornata indimenticabile accanto alla mia famiglia, al sindaco, che andrà a segnare la mia vita come lo hanno segnato quei giorni in cui la storia mi ha chiamato ad essere in quei luoghi”, ha dichiarato Tascini.

Dal sindaco, Luca Secondi parole di gratitudine al Prefetto di Perugia e alle forze dell’ordine e di Polizia per aver celebrato un cittadino simbolo della città, orgoglio di una intera comunità per i valori di vita positivi e solidali che trasmette.

LA SCHEDA Centenario e testimone unico di un evento storico che può ancora ricordare con incredibile lucidità e dovizia di particolari: la prigionia e la liberazione di Benito Mussolini a Campo Imperatore sul Gran Sasso. Davvero incredibile e per certi aspetti rocambolesca la vita di Ferdinando Tascini, che lo scorso 28 dicembre ha tagliato il traguardo dei 100 anni ed è stato festeggiato in famiglia. In piena Seconda Guerra Mondiale, inviato nel Montenegro per quasi un anno si arruola poi nell’arma dei carabinieri. Richiamato in Italia viene scelto per una missione speciale e segreta. Si ritrova a sua insaputa a Campo Imperatore sul Gran Sasso, a guardia di Mussolini. Un evento che ha segnato il destino dell’Italia, della Seconda Guerra Mondiale di cui lui fu testimone, forse unico superstite. Il 25 luglio del 1943 infatti a Villa Savoia Re Vittorio Emanuele III comunicò al Duce, Benito Mussolini, che il Gran Consiglio del Fascismo aveva imposto la nomina del maresciallo Pietro Badoglio come suo successore al Governo. Mussolini viene arrestato dai carabinieri e portato prima sull’isola di Ponza e poi il 2 settembre sul Gran Sasso a Campo Imperatore. Non passarono però neppure dieci giorni, è il 12 settembre, che per ordine di Adolf Hitler alcune SS e l’ex ufficiale Otto Skorzeny diedero il via a quella che in codice fu chiamata “Operazione Quercia”, Fall Eiche in tedesco, e che portò alla liberazione del Duce. Un autentico blitz portato a termine a oltre 2 mila metri di altitudine proprio sotto lo sperone del Gran Sasso.

 

 

 

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