
Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI
Spello, 24 maggio 2023 -La splendida città di Spello si è animata oggi pomeriggio con una straordinaria lezione culturale che ha risvegliato il fascino del Rinascimento. Nella suggestiva sala dell’Editto del palazzo comunale, l’archivista di Stato, dott.ssa Federica Romani, ha deliziato il pubblico presente con una brillante disamina della vita e dell’opera di Pietro Vannucci, meglio conosciuto come il Perugino.
L’evento, organizzato con maestria dall’Associazione “Magister sine registro” presieduta dalla signora Alessandra Bernardini, ha offerto un’occasione unica per esplorare le molteplici sfaccettature di questo maestro rinascimentale. Ha portato i saluti dell’Amministrazione comunale l’assessore alla cultura Irene Falcinelli. Subito dopo la relatrice ha guidato gli intervenuti attraverso i vari capitoli del lavoro di Vannucci, non solo concentrandosi sulle prestigiose commesse papali, come la celebre decorazione della parete di fondo della Cappella Sistina, nella quale il maestro collaborò con illustri artisti come Botticelli, Ghirlandaio e Rosselli dal 1481 al 1482, ma anche sulle sue opere per committenti privati.
Il Perugino non solo dedicava passione e impegno alla sua arte, ma si faceva anche pagare adeguatamente per i suoi servizi. Tuttavia, è proprio per il suo attacco al denaro che Giorgio Vasari lo ha descritto come un avaro. Vannucci, proveniente dalla fervente scuola del Verrocchio di Firenze, allora capitale indiscussa dell’arte, sembrava essere dissacrato dal Vasari il quale afferma che dipingeva sempre gli stessi soggetti e che i volti dei suoi personaggi si somigliassero tutti. Aggiungeva anche che dietro l’apparente misticismo delle sue opere si celava una profonda irreligiosità.
La dott.ssa Romani ha inoltre ricordato un importante episodio della vita del Perugino: nel 1493, egli aprì una bottega a Firenze e sposò Chiara Fancelli, il cui volto ricorre in numerose rappresentazioni mariane del maestro. Tuttavia, il periodo di maggior successo per Vannucci si estese dal 1496 al 1550, quando gli fu commissionato di realizzare il ciclo di affreschi della Sala delle Udienze del collegio del Cambio a Perugia. Quest’opera è intrisa di valori umanistici di estrema importanza, come la concordanza tra la sapienza pagana e quella cristiana.

La relatrice ha anche citato documenti scritti a mano, come libri camerlenghi e appunti dell’epoca, per illustrare gli affreschi realizzati dal Perugino in località minori dell’Umbria. Tra di essi, spiccano la commovente “Pietà e Vergine in trono” di Spello e la “Madonna col Bambino” per l’oratorio dell’Annunziata di Fontignano, quest’ultima opera su cui il maestro lavorò poco prima di morire tragicamente a causa della peste.
La lezione culturale di oggi è stata un vero trionfo per Pietro Vannucci.
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