
Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI
Assisi, 30 luglio 2023 – Applausi, risate e musica di qualità. Peppe Barra con quel sorriso, quella voce torrenziale e quel fascino eccentrico che ha, canta, rivela, gioca, provoca. Accompagnato dai suoi valorosi musicisti conquista il pubblico di Palazzo di Assisi con pezzi di grande intensità.
Grande palcoscenico a cielo aperto per “Cambio Festival” è la suggestiva piazzetta del castello di Palazzo di Assisi. La platea era gremitissima e la grande voce dell’arte popolare di Peppe Barra ha divertito moltissimo il pubblico. Il successo del palinsesto di spettacoli della XXIII edizione di “Cambio Festival” si deve al format musicale dedicato alla World Music, ideato da Francesco Raspa, un vulcanico assisiate, Presidente della Associazione culturale Ponte Levatoi.
Il Festival, iniziato il 6 luglio (chiuderà il 9 agosto sulle note di Alessandro Quarta), conferma la sua formula itinerante e si inserisce tra gli appuntamenti dell’estate ad Assisi.
Una serata perfetta, due ore di spettacolo con sole tre piccole pause, trascorsa piacevolmente fra le mura medioevali del castello, in compagnia di questo straordinaria artista e dei musicisti che da lungo tempo sono i suoi compagni di viaggio.
Il pubblico gli ha fatto la sua devozione e il suo grande affetto. Una standing ovation dall’inizio alla fine e Barra, con i suoi impeccabili 79 anni, ha condotto lo show in modo formidabile. Con la sia versatilità e la sua voce è stato capace di unire la tradizione colta a quella popolare.
Si racconta tra note e parole. Un omaggio al suo percorso artistico iniziato più di cinquant’anni fa, in cui mescola assieme canzoni vecchie e nuove in un crescendo di emozioni e di musica. Il picco più alto lo trova con Tiempo.
“Lu tiempo è nu vecchio vecchio co ‘na barba longa longa e ‘nu mantiello nigro pieno di tante cambiali coi nomi di questo e quello, pecché lu tiempo nun fa credito a nisuno…”.
Un testo bellissimo, che tocca i cuore del parterre, perché il tempo cancella sempre tutto e lascia in vita solo la verità.
Francesco Raspa, presentando l’artista, aveva sottolineato che non era facile “raccontare” Peppe Barra. E’ vero,Barra con la forza della parola, gli accenti sospesi del suo dialetto tesse ogni volta i fili melodici ed emotivi di un arazzo iridescente e complesso, parlando della memoria e del presente con grande naturalezza.
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