Spoleto, 14 sett. 2023 – A due giorni dalla donna morta  con l’ambulanza che sarebbe arrivata dopo 40 minuti dalla chiamata, il Direttore Generale della Usl Umbria2, precisa quanto segue: “In data 12 settembre venivano richieste notizie circostanziate, con urgenza, alla Centrale Operativa del Servizio 118, in quanto le ambulanze del 118 nell’ambito della rete emergenza urgenza sono coordinate dalla stessa.

In data 13 settembre il responsabile della Centrale ha comunicato alla Azienda Sanitaria che al momento della chiamata di soccorso, avvenuta alle 20.04, le due ambulanze di Spoleto erano già in missione su precedenti chiamate. Ambedue i pazienti soccorsi risultavamo essere da trasportare al pronto soccorso e i tamponi di routine effettuati sul luogo dell’evento risultavamo positivi al Covid. Si precisa che, in questi casi, i trasporti vengono classificati come positivi al Covid ed i mezzi, come da protocolli, necessitano di sanificazione e pertanto non sono da subito riutilizzabili.

La Centrale Operativa provvedeva pertanto a contattare altre postazioni (due ad Assisi e tre a Foligno) che risultavano tutte già in missione. Nel contempo sempre la centrale operativa allertava la continuità assistenziale (guardia medica) di Spoleto che si recava sul posto per la valutazione e primo soccorso, espletata con grande professionalità da parte dei due medici intervenuti, anche alla luce della esperienza specifica degli stessi in tema di primo soccorso e BLS.

Appena liberatasi la prima ambulanza, nello specifico una delle tre di Foligno alle 20.19 veniva fatta ripartire verso il domicilio dell’evento di Spoleto, dove giungeva alle 20.37. Fermo restando che trattasi di evento extraospedaliero in cui il Presidio di Spoleto sarebbe stato interessato solo in caso di arrivo della paziente al Pronto Soccorso, nel caso specifico ben 7 ambulanze erano tutte occupate, circostanza assolutamente rara. È pertanto singolare di fronte ad un tragico evento, leggere dichiarazioni che approfittano dello stesso per gettare discredito sul Presidio di Spoleto o sul progetto del terzo polo che mai come in questo caso, sono esclusi dalle responsabilità.

La direzione strategica esprime tutto il cordoglio possibile alla famiglia della Signora di Spoleto deceduta, tra l’altro madre di una dipendente USL Umbria 2 a cui vanno le più sentite condoglianze e la vicinanza della Direzione Strategica e dell’Azienda tutta”.

Non si fermano le critiche di cittadini e sindacati. Uil Pensionati Spoleto chiede di “Fermare il declino dell’ospedale di Spoleto, basta vittime”

“I contorni della vicenda spoletina, raccontati dal figlio  – si legge nella nota della Uil Pensionati Spoleto – vanno letti in accostamento al progetto del Terzo polo ospedaliero, presentatoci come una unica struttura appoggiata su tre gambe: Foligno, Spoleto e Valnerina e che si sta rivelando quello che è sempre stato, ovvero una spoliazione dell’ospedale di Spoleto. Ogni tanto vengono sottratti dei pezzi, mancano ancora i cardiologi h24 (il concorso è in essere). E’ stato tolto il punto nascite, così come la pediatria. L’acceleratore lineare più volte sbandierato non è ancora in funzione e manca la sede adeguata. Manca poi il personale e quello che c’è è costretto a fare i salti mortali per assicurare un servizio adeguato”.

“Auspicando che si arrivi quanto prima a ricostruire al meglio quanto avvenuto con l’ultimo decesso – conclude Uil Pensionati Spoleto – sottolineiamo anche la necessità di una ripartenza vera del progetto del Terzo polo ospedaliero, da partecipare e concertare con la popolazione di tutto il comprensorio. Perché smobilitando l’ospedale di Spoleto, inevitabilmente va in crisi quello di Foligno, non in grado di supportare un bacino di pazienti di quasi 150mila abitanti”.

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