Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

Foto di Lucia Smurra

Narni, 9 maggio 2024 – Esplorare i boschi, scoprire grotte nascoste, immergersi in ritiri tranquilli e visitare affascinanti chiesette: ecco cosa rende unico il viaggio attraverso i luoghi francescani.

Un’avventura che mescola poesia, misticismo e amore per la natura, un vero tuffo nel passato che porta alla riscoperta di un tempo antico e di una spiritualità autentica.

Il Sacro Speco di Narni è una tappa imperdibile, un’oasi di serenità incastonata tra le rocce, dove il poverello d’Assisi si ritirava per pregare e trovare pace. Qui, tra le mura di una piccola chiesa, Francesco d’Assisi viveva momenti di intimità con il Divino, cercando conforto anche durante i periodi di malattia.

Il frate che ci accoglie con calore ci racconta di quei giorni, trasmettendo la passione e la devozione di Francesco per la vita semplice e per la natura selvaggia che lo circondava.

Il nostro inviato con uno dei 4 frati che gestiscono il Sacro Speco

Per lui, ogni roccia frantumata rappresentava le ferite di Cristo, e il Sacro Speco era il luogo dove ritemprare l’anima e trovare la forza per tornare tra la gente. “Nessuno – ci dice il religioso – può  conoscere san Francesco senza conoscere e amare questi luoghi in cui visse”

E’ vero! Seguire le orme del poverello significa anche innamorarsi di boschi, grotte e ritiri che egli ha tanto amato e hanno plasmato la sua spiritualità. I piccoli romitori isolati, come il Sacro Speco, sono tappe fondamentali per comprendere il suo cammino e la sua missione.

Per raggiungere il Sacro Speco di Narni, si attraversano borghi incantevoli e si sale su un’altura che regala panorami mozzafiato sulla verde Umbria. Ogni passo è un viaggio nel tempo, tra storia, geologia e natura incontaminata.

Purtroppo, le indicazioni stradali non sempre facilitano il viaggiatore, soprattutto agli incroci, dove i cartelli sono spesso scoloriti o mancanti. Noi abbiamo usato il navigatore.

Una volta parcheggiata l’auto nel parcheggio posto a circa 150 metri dall’ingresso, ci si immerge nell’atmosfera magica della piccola chiesa del convento, con il suo crocifisso antico e il chiostro che offre una vista mozzafiato sulla vallata.

 

L’Oratorio di San Silvestro, la parte più antica del complesso, è un luogo di preghiera intriso di storia, dove si può ancora sentire l’eco delle suppliche di san Francesco.

Dietro l’abside si trova il pozzo da cui attingeva l’acqua per compiere i suoi miracoli, un luogo carico di spiritualità e suggestione.

Ma è nel bosco circostante che si trova la vera essenza del Sacro Speco, tra sentieri silenziosi e pertugi avvolti dal verde intenso. Raggiungere la chiesetta scavata nella roccia è un’esperienza unica, dove la semplicità degli affreschi e il “letto” di Francesco trasmettono una profonda emozione.

Sulla strada del ritorno, mentre salutiamo il Sacro Speco con il cuore pieno di gratitudine, ci rendiamo conto di aver compiuto un viaggio straordinario nell’Umbria mistica e misteriosa, un viaggio che rimarrà vivo nei nostri ricordi e nel nostro spirito per sempre.

 

 

 

 

 

 

 

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