Città di Castello, 20 set. 2024 – Nel pomeriggio di mercoledì 18 settembre u.s., i Carabinieri della Compagnia di Città di Castello hanno posto la parola fine alla latitanza di un 30enne, di origini svizzere, gravato da gravi precedenti di reato, quali tentato omicidio, atti di violenza sessuale con minorenne, pornografia minorile, violenza sessuale, incendio ed evasione, colpito da un mandato di arresto provvisorio a scopo di estradizione.
L’operazione di servizio è maturata in un contesto di cooperazione internazionale di polizia, laddove il soggetto, segnalato di recente dalle Autorità elvetiche come altamente pericoloso e potenzialmente in possesso di armi da fuoco, dopo essere evaso da una casa di reclusione in Svizzera, lo scorso 9 settembre, è stato localizzato nel territorio umbro, a bordo di un camper, con targa svizzera, di proprietà della famiglia.
Nel merito, la condizione in essere di latitanza e la sua possibile presenza in Italia, è stata comunicata alla Direzione Centrale della Polizia Criminale di Roma dal collaterale servizio elvetico, per cui sono scattate le ricerche del fuggitivo in ambito nazionale e l’inserimento della targa del veicolo nella banca dati della Forze di Polizia.
L’alimentazione del canale info – investigativo e l’Alert scattato attraverso i dispositivi elettronici in dotazione, lungo la Strada Statale E45, ha consentito ai Carabinieri di intercettare il mezzo con alla guida l’uomo mentre viaggiava a velocità sostenuta all’altezza di Promano, in direzione Perugia, per poi fermarlo e procedere al suo controllo.
Le successive verifiche condotte, anche attraverso il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia di Roma, hanno confermato l’identità dell’uomo, il quale al momento è stato trovato in possesso di alcune migliaia di euro con cui si sarebbe probabilmente assicurato la possibilità di gestire la propria latitanza.
Al termine degli accertamenti espletati in caserma, il 30enne è stato associato alla casa circondariale di Perugia Capanne, come disposto dal Presidente della Corte di Appello del capoluogo umbro, a cui è devoluta in questi casi la convalida dell’arresto e l’applicazione della misura coercitiva, in attesa delle procedure di estradizione in territorio elvetico.
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