Perugia, 26 nov. 2024  – La vicenda riguarda due ragazzini di 16 anni che, la notte dell’11 giugno 2021, sono stati portati in caserma dai carabinieri di Assisi dopo un episodio di violenza in una struttura di accoglienza.

I due giovani avevano creato scompiglio, minacciando e aggredendo un’operatrice della comunità, danneggiando oggetti come la TV e la PlayStation. In seguito, i carabinieri intervenuti hanno portato i ragazzi in caserma, dove uno dei minori ha denunciato di essere stato malmenato dai militari, subendo calci, schiaffi e pugni, con lesioni poi documentate in un referto medico.

La madre di uno dei ragazzi ha sporto denuncia, ma le indagini, coordinate dal procuratore Raffaele Cantone, non hanno riscontrato evidenze sufficienti per sostenere l’accusa. La Procura ha ritenuto infondata la notizia di reato, sottolineando che le lesioni potrebbero non essere riconducibili ai carabinieri.

Tra i dubbi sollevati c’è la discrepanza tra il referto medico, redatto ore dopo l’incidente, e la testimonianza di un carabiniere che ha descritto la serata come tranquilla, con i ragazzi che non mostravano segni di violenza al momento del rilascio dalla caserma. Anche una bodycam, che aveva ripreso alcuni momenti del trasporto e della permanenza in caserma, non ha supportato le accuse, mostrando il ragazzo che si calmava e si scusava per il suo comportamento.

La madre del giovane ha poi pubblicato su Facebook foto del figlio con il volto tumefatto, accusando i carabinieri di violenza. Tuttavia, un confronto tra queste immagini e i video della bodycam ha sollevato ulteriori dubbi sulla veridicità della versione presentata. Le testimonianze di un’altra operatrice della comunità e di un appuntato di carabinieri confermano che i ragazzi, al momento del rientro in comunità, non presentavano segni di violenza e sembravano in buone condizioni.

Nonostante la Procura avesse richiesto due volte l’archiviazione del caso, il giudice per l’udienza preliminare ha disposto l’imputazione di uno dei carabinieri, ritenendo che vi fossero elementi sufficienti per portare il caso a processo. Tuttavia, il giudizio non è stato condiviso dagli inquirenti, che hanno ribadito l’infondatezza delle accuse, sostenendo che non ci fossero riscontri adeguati a confermare la responsabilità dei militari.

Il processo, che coinvolgerà solo uno dei carabinieri inizialmente indagati, si svolgerà a marzo 2025 e avrà come elementi cruciali le testimonianze e i referti medici, mentre le accuse di violenza restano contestate e oggetto di dubbio.

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