Un drone, quattro Smartphone e 12.000 Euro: il nuovo capitolo del traffico illegale in carcere

Terni, 30 nov. 2024 – Un drone carico di contrabbando, un’auto sospetta e una rete criminale sempre più sofisticata: questo il quadro che emerge dall’ultimo blitz delle forze dell’ordine nel carcere di Terni.

Quattro telefoni cellulari e ben 12.000 euro in contante erano destinati a raggiungere i detenuti, grazie all’invio attraverso un drone che sorvolava la casa circondariale della Conca. Il traffico illecito, che alimenta il mercato nero nelle carceri italiane, è stato sventato grazie al tempestivo intervento delle forze di polizia, che hanno arrestato tre uomini, rivelatisi essere i responsabili dell’operazione.

Il sindacato autonomo della polizia penitenziaria (Sappe) ha lanciato l’allarme, rivelando i dettagli dell’incidente. I tre uomini, infatti, sono stati intercettati mentre pilotavano il drone, destinato a portare a termine la consegna illecita. Oltre ai dispositivi mobili e ai soldi, sono stati sequestrati anche altri materiali utilizzati nel traffico di sostanze stupefacenti, a dimostrazione di come il crimine organizzato stia utilizzando ogni mezzo per rifornire i detenuti di materiali proibiti.

Fabrizio Bonino, segretario del Sappe per l’Umbria, ha sottolineato la gravità del fenomeno: «L’introduzione di telefoni cellulari in carcere è un problema che conosciamo bene e che si sta amplificando in modo preoccupante. Oggi più che mai, il cellulare rappresenta una porta aperta su un mondo di traffici illeciti, dove i detenuti non solo possono comunicare con l’esterno, ma anche gestire veri e propri mercati neri all’interno delle mura». Il valore di uno smartphone in prigione è, infatti, notevolmente più alto rispetto al normale mercato, creando una vera e propria economia parallela che alimenta il potere e la criminalità all’interno del sistema carcerario.

Donato Capace, segretario generale del Sappe, ha inoltre commentato l’episodio come ulteriore conferma di un fenomeno in forte espansione: «Quello del traffico illecito tramite droni è ormai una realtà consolidata, che trova terreno fertile nelle attuali condizioni di sovraffollamento e di gestione del sistema penitenziario. La crescente diffusione del regime custodiale aperto e le difficoltà operative che ne derivano favoriscono questi traffici, che si stanno evolvendo con una rapidità impressionante».

Quella di Terni non è un’azione isolata, ma il segno di un trend sempre più allarmante: i droni, infatti, stanno diventando uno degli strumenti più utilizzati dalla criminalità per eludere i controlli e rifornire i detenuti. La sfida per la polizia penitenziaria è ora più che mai aperta: prevenire questi traffici richiede non solo maggiore vigilanza, ma anche l’adozione di nuove tecnologie e strategie operative.

Questa vicenda dimostra che la lotta contro il crimine in carcere è una battaglia che si fa sempre più complessa, dove l’ingegno dei malviventi trova soluzioni sempre più sofisticate per aggirare i controlli.

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