
Samson, il giovane indagato per l’omicidio della ragazza, parla davanti al Gip, ma restano molte ombre
Roma, 4 aprile 2025 – Mark Antony Samson, il giovane indagato per l’omicidio di Ilaria Sula, ha deciso di rompere il silenzio.
Durante l’udienza di convalida del fermo, ha scelto di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, senza avvalersi della facoltà di non rispondere. La sua versione conferma in parte quanto già raccontato agli inquirenti, ma lascia aperti interrogativi inquietanti sulla dinamica del delitto e sulle ore successive.
Secondo le ricostruzioni, la tragedia si è consumata all’alba del 26 marzo nell’appartamento in cui la giovane si trovava con Samson. Il ragazzo ha ammesso di averla uccisa, ma la sua confessione non spiega alcuni punti chiave dell’inchiesta.
Uno degli aspetti più oscuri riguarda il vuoto temporale tra l’omicidio e le 18 dello stesso giorno, quando una telecamera di sorveglianza ha ripreso l’auto di Samson mentre trasportava il corpo di Ilaria. Il cadavere, chiuso in una valigia, è stato poi gettato in un dirupo nelle campagne del ternano.
Cosa è successo in quelle dodici ore? Ha agito da solo nel tentativo di occultare il corpo? E perché nell’appartamento e nell’auto ci sono solo minime tracce di sangue, incompatibili con la brutalità del delitto?
Ma il dettaglio più inquietante è un altro: in casa, al momento dell’omicidio, c’erano anche i genitori di Samson. Entrambi erano presenti nelle stesse ore in cui Ilaria veniva uccisa. Possibile che non abbiano sentito nulla? Sapevano? Gli inquirenti stanno vagliando ogni ipotesi, cercando di capire se la loro presenza abbia avuto un ruolo o se possano fornire elementi cruciali per ricostruire l’accaduto.
L’indagine prosegue a ritmo serrato, con gli inquirenti determinati a far luce su una vicenda che, per ora, continua a essere avvolta nel mistero.
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