Al centro il monitoraggio di Legambiente e Gruppo Unipol i nidi di riproduzione della trota mediterranea, di cui in Italia rimangono appena migliaia di esemplari: 268 i nidi osservati in 8 stazioni sui fiumi Nera e Corno

Valnerina, 9 mag. 2025 – Un progetto per la conservazione della biodiversità e degli ecosistemi acquatici della Valnerina, a partire dalla trota mediterranea, specie autoctona a rischio estinzione (anche per effetto della crisi climatica) di cui si contano in Italia poco più di migliaia di esemplari; con l’obiettivo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del Fiume Nera e dei suoi affluenti nelle comunità locali, pescatori, turisti e fruitori in generale. Il bell’esempio arriva dall’Umbria con il progetto “In azione per il Fiume Nera” promosso da Legambiente e Gruppo Unipol, nell’ambito della campagna Bellezza Italia, nata per valorizzare il patrimonio naturale del Belpaese. I risultati del progetto sono stati presentati questa mattina in occasione di una conferenza stampa a Cerreto di Spoleto (PG).

Cuore del progetto è stata l’attività di citizen science che, grazie al supporto di cittadini volontari e volontarie, tra luglio e agosto 2024, ha monitorato i nidi di riproduzione della trota mediterranea nativa (Salmo ghigii), mappandone circa 268 in 8 stazioni sui fiumi Nera e Corno, comprese tra i comuni di Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera e Sant’Anatolia di Narco. Con una maggiore presenza dei nidi nei tratti con più ossigeno, molta ghiaia e a quote minori.

Non solo trota. Il monitoraggio ha interessato l’intera fauna bentonica della Valnerina registrando, rispetto ai monitoraggi del 2020, un notevole aumento dell’abbondanza complessiva della comunità di macroinvertebrati che mediamente è quasi raddoppiata: gli Insetti sono il gruppo più rappresentato (6 ordini e 25 famiglie diverse), tra i quali i Tricotteri sono quello meglio articolato (9 famiglie); presenti anche i Crostacei (Isopodi Gammaridi e AfipodiAsellidi), i Gasteropodi, gli Anellidi (Oligocheti e sanguisughe) e i Platelminti (Planarie). Diminuisce appena la quota dei Plecotteri e degli Efemerotteri, organismi indicatori di una buona qualità ambientale.

Altro aspetto, oggetto d’analisi del progetto, i parametri chimico fisici delle acque dei fiumi Nera e Corno: dai dati emersi di 8 stazioni monitorate 5 registrano uno stato di salute dell’ambiente acquatico buono. Aumentati, rispetto al 2020, i valori medi di temperatura dell’acqua e di pH, mentre diminuisce la conducibilità. Si registra anche una leggera diminuzione dell’ossigeno disciolto e quello percentuale, dati che vanno indagati con ulteriori osservazioni, considerando che la trota è molto esigente nei confronti dell’ossigeno in generale e si riproduce maggiormente nei tratti con più presenza di ossigeno. Tra i punti “critici” nel Corno, a partire da Nortosce (dove si si registrano deficit di ossigeno superiori al 40% del totale) fino alla sua confluenza (Triponzo) e nel Nera a monte di Borgo Cerreto (Pompaggi).

Infine, grazie al progetto di Legambiente e Unipol, sono state realizzati quattro totem informativi su ecosistemi acquatici e la trota mediterranea, posizionati nelle aree a ridosso del Fiume Nera maggiormente frequentate da turisti e pescatori, già attrezzate come punti informativi e di sosta.

“Grazie alla nostra campagna Bellezza Italia – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambientesiamo riusciti a proseguire quelle attività di monitoraggio della fauna bentonica e dei nidi di riproduzione della trota mediterranea che portiamo avanti anche con il nostro progetto europeo LIFE STREAMS; ma anche a  misurare lo stato di salute degli ecosistemi e individuando le misure di riduzione delle pressioni della pesca sportiva e di altre attività sportive che insistono in questi corsi d’acqua. Un progetto sfidante e condiviso, che ha chiamato all’appello le comunità locali e i fruitori del fiume in generale, per una corretta e sostenibile fruizione delle risorse naturali e ambientali e degli ecosistemi fluviali, la cui conservazione è cruciale per lo sviluppo locale della Valnerina”.

“L’attenzione per la salvaguardia della biodiversità è crescente nei progetti di Bellezza Italia perché sempre più urgente è affermare come non sia più possibile temporeggiare di fronte ad una crisi sistemica – afferma Marisa Parmigiani, responsabile sustainability Gruppo Unipol . Noi di Unipol abbiamo deciso di assumere una responsabilità anche nell’attività caratteristica che svolgiamo tutti i giorni di assicuratori e investitori, adottando un’apposita politica che ci guidi per ridurre l’impatto delle attività produttive con cui lavoriamo. Infatti, sposiamo da sempre cause sociali coerenti con il nostro operare”.

“Legambiente Umbria – aggiunge Brigida Stanziola, direttrice Legambiente Umbriaè tornata a collaborare nel 2019, dopo 4 anni di pausa, con la Regione Umbria per la gestione degli ecosistemi acquatici della Valnerina. Un lavoro meticoloso, che si estende dalla località Belforte (in provincia di Perugia) al confine con la Regione Marche fino alla confluenza con il torrente Serra in Provincia di Terni, fatto di attività di vigilanza ittica su tutto il bacino del Nera, attività di controllo e monitoraggio del territorio, a cominciare da quello della fauna ittica, delle portate del fiume e della qualità delle acque, segnalando scarichi abusivi e abbandono di rifiuti”.

La Valnerina: attraversata dal Fiume Nera e dai suoi affluenti è un territorio di straordinaria bellezza, ricco di natura, cultura, tradizioni e caratterizzato da una generosa rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità in base alla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”. Nelle acque del Fiume Nera, e in quelle dei torrenti appenninici, ancora vivono popolazioni isolate di trota mediterranea. Nel 1993, con lo scopo di salvaguardare gli ecosistemi acquatici e la fauna ittica e ridurre la pressione della pesca sportiva, è stato avviato il progetto “Nera no Kill” che ha previsto l’istituzione di Zone a Regolamento Specifico (ZRS) dove praticare la sola pesca no kill, gestite dal 1996 fino al 2014 e poi dal 2019 ad oggi da Legambiente Umbria in convenzione con la Regione Umbria.

Nota metodologica:  Nel dettaglio i monitoraggi sui nidi di riproduzione della trota si sono svolti in 10 giornate avvalendosi del protocollo definito con il supporto tecnico scientifico del Dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, attraverso la compilazione da parte dei volontari di schede preconfigurate basate su 30 parametri per raccogliere dati sulle caratteristiche morfologiche (profondità, velocità delle acque, tipo di vegetazione delle sponde, ecc) e fisico/chimiche (temperatura, PH, ossigeno disciolto e conducibilità) del tratto di corso d’acqua, oltre al rilevamento del numero di letti di riproduzione e del numero degli individui in essi presenti.

Mentre i monitoraggi sulla fauna bentonica, sempre realizzati con il supporto tecnico scientifico del Dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia, sono stati condotti attraverso la raccolta del sedimento con retini campionatore per macroinvertebrati e la determinazione di parametri quali riconoscimento tassonomico, abbondanza e ricchezza specifica, dimensioni corporee, biomassa.

“Bellezza Italia” è la campagna promossa, dal 2014, da Legambiente in collaborazione con il Gruppo Unipol per valorizzare, grazie a progetti di recupero e riqualificazione, quei luoghi di valore che, per bellezza, ricchezza storica, archeologica, rendono unica l’Italia, ma sempre più spesso minacciati dagli effetti della crisi climatica e dalla perdita di biodiversità. Tra gli interventi realizzati, che hanno reso gli spazi maggiormente resilienti agli eventi estremi, restituendoli alla collettività: a Sesto Fiorentino (FI) la salvaguardia e la valorizzazione dell’area naturale protetta “Podere la Querciola”, la difesa e valorizzazione della biodiversità del vino Asprinio di Aversa DOC, la realizzazione sul lago D’Orta del primo Osservatorio sui laghi, il progetto “Custodi delle dune di Campomarino” in cui i volontari si sono presi cura dell’aera dunale di Campomarino, il progetto “Sentiero degli Argonauti a Paestum” che ha permesso di migliorare la fruibilità dell’area e restituire al sito archeologico tra i più famosi al mondo l’unità geografica originaria con il suo sbocco a mare, il progetto “Percorsi di memoria collettiva lungo il Rio Posada” nell’area dell’ex Peschiera, nel cuore del Parco naturale regionale di Tepilora.

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