Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

Spello, 19 mag. 2025 – Passeggiare per Spello, borgo incantato adagiato sui pendii del Monte Subasio, è come sfogliare un libro illustrato, dove ogni pagina profuma di fiori e storia.

Una meraviglia tutta italiana dove ogni scorcio sembra uscito dalla tavolozza di un pittore. Un paese che non si visita: si vive, si respira, si attraversa lentamente, come si fa con le cose preziose.

Appena si varca una delle porte romane – Porta Consolare, Porta Urbica o Porta Venere – si ha l’impressione di entrare in un’altra dimensione.

I rumori del mondo si dissolvono, sostituiti dal canto degli uccelli, dal suono di un campanile lontano, dal fruscio del vento tra le foglie e dal chiacchiericcio sommesso dei visitatori.

Ma sono i fiori i veri protagonisti: spuntano da ogni angolo, da ogni vaso, da ogni pietra rosa che si veste di petali e incontra il verde dei gerani, il rosso delle begonie e il viola delle petunie in un’esplosione di colori che abbraccia ogni angolo del borgo, come se avesse deciso di sbocciare.

Un itinerario che profuma di bellezza

Si cammina lungo i vicoli stretti, accompagnati da un’armonia di colori che si rincorrono tra le case medievali.

I fiori sembrano sapere esattamente dove crescere per stupire: sopra le insegne di piccole botteghe artigiane, sulle parteti esterne di negozi, bar e ristoranti; si affacciano come bimbi felici dalle finestre fino ad arrampicarsi con eleganza su balconi e logge che si fanno palcoscenici di scenografie botaniche. Ogni dettaglio è curato con amore, con una dedizione che ha del rituale.

Le strade che salgono e scendono dolcemente, si trasformano in gallerie d’arte a cielo aperto, regalando scorci improvvisi su cortili interni, terrazze fiorite, edicole votive e archi di pietra.

L’intero paese è un percorso sensoriale dove i vasi in terracotta, ordinati come sentinelle silenziose, traboccano di colori brillanti sotto il sole.  Ci sono profumi intensi che si mescolano con l’odore della pietra calda, una calma quasi irreale che avvolge tutto.

Tra arte sacra e atmosfere da fiaba

Ma Spello non è solo un giardino in fiore. È anche un museo diffuso, dove l’arte e la spiritualità convivono in un equilibrio perfetto. Nella Chiesa di Santa Maria Maggiore si resta senza fiato davanti agli affreschi del Pinturicchio, autentico gioiello del Rinascimento. La Cappella Baglioni è una delle mete imperdibili per chi cerca la bellezza anche oltre il visibile.

Ogni pietra racconta secoli di storia: dalle origini romane al Medioevo, dal Rinascimento all’età moderna. I palazzi signorili si affacciano discreti lungo i percorsi, le torri svettano tra le tegole come guardiani del tempo.

Alle Torri di Properzio la testimonianza preziosa della Spello romana. Le torri, parte dell’antica Porta Venere, risalente al I secolo a.C., prendono il nome dal poeta elegiaco Sesto Properzio, che secondo la tradizione avrebbe avuto origini proprio in questa zona. Imponenti e ben conservate, esse rappresentano uno degli esempi più affascinanti di architettura romana in Umbria.

L’Associazione Hispellum, guidata da Sandro Vitali, ogni anno ad agosto rievoca i fasti dell’Impero e le strade si animano con spettacoli, mercati storici e rievocazioni delle legioni. Le Torri di Properzio tornano così a vivere come quinte sceniche di un passato glorioso.

Ma è la quotidianità, quella semplice e autentica, a conquistare davvero: un anziano che innaffia i suoi gerani, un marmocchio che gioca tra i vasi, una signora che sistema con cura i fiori sulla soglia di casa.

L’omaggio floreale al viaggiatore

Passeggiare per Spello in questo mese di maggio – o durante le celebri Infiorate del Corpus Domini, quando vere e proprie opere d’arte floreali coprono le strade – è un’esperienza che va oltre il turismo. È un incontro emotivo.

 

I fiori non sono solo decorazione: sono messaggeri taciti di un’identità collettiva, un linguaggio condiviso con cui il borgo parla al mondo.

In fondo, ogni vaso traboccante, ogni balcone adornato, ogni scorcio incorniciato di petali è un invito. Un modo gentile per dire al viaggiatore: “Benvenuto, qui sei atteso. Qui puoi rallentare, guardare, sentire”.

Ecco, perché è difficile andarsene da Spello senza portarne via un po’. Restano nel cuore le immagini, certo, ma anche una leggerezza nuova, quella che si prova dopo aver toccato la bellezza autentica che si rinnova ogni giorno.

Spello è un dipinto che respira, che accoglie, che sorprende, che incanta. Un luogo dove l’anima può finalmente fermarsi, fiorire e profumare di meraviglia.

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