Spoleto, 19 Giu. 2025 – Una giornata di festa si è trasformata in tragedia. E ora la Procura di Spoleto ha iscritto tre persone nel registro degli indagati per la morte di Riccardo Tascini, il tredicenne di Perugia trovato senza vita nelle acque di un laghetto artificiale a Pieve Caina, nel comune di Marsciano.

L’inchiesta, aperta con l’ipotesi di omicidio colposo, punta a far luce sulle responsabilità legate alla drammatica fine del ragazzo.

Gli indagati sono tre adulti direttamente coinvolti nella gestione e organizzazione della gita scolastica che si è conclusa in tragedia: la madre di un compagno di classe di Riccardo, a cui i genitori avevano affidato il figlio per la giornata fuori porta; la proprietaria del terreno su cui si è svolto l’evento; e il figlio di quest’ultima, gestore dell’azienda agricola che comprende anche il lago.

L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto tecnico, necessario per consentire alle persone coinvolte di nominare propri consulenti in vista dell’autopsia, prevista per domani. Sarà proprio l’esame autoptico a chiarire le circostanze della morte: annegamento o altra causa? Questo è uno dei nodi centrali su cui stanno lavorando gli inquirenti.

Riccardo si trovava con i compagni dell’Istituto comprensivo “Giovanni Pascoli” di Perugia per una festa di fine anno, una tradizione già consolidata. Nel pomeriggio, il gruppo si sarebbe avvicinato al lago, un bacino utilizzato per scopi agricoli e non autorizzato alla balneazione. Proprio lì, ore dopo la scomparsa del ragazzo, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno recuperato il corpo senza vita.

Nel frattempo, proseguono anche le indagini dei carabinieri della compagnia di Todi, che hanno ascoltato numerosi testimoni e acquisito documenti relativi sia alla struttura che all’invaso. Le verifiche puntano a chiarire eventuali mancanze sul piano della sicurezza, della sorveglianza dei minori e sull’utilizzo del lago.

Secondo i racconti raccolti, Riccardo si sarebbe tuffato in acqua con altri ragazzi. A un certo punto, qualcuno si sarebbe accorto della sua assenza e avrebbe lanciato l’allarme. Inutili i tentativi iniziali di ritrovarlo: solo l’arrivo dei soccorsi ha permesso il recupero del corpo, quando ormai era troppo tardi.

L’inchiesta, affidata al sostituto procuratore Federica Filippi, cerca ora di ricostruire nel dettaglio la catena degli eventi e di accertare se ci siano state negligenze o omissioni da parte degli adulti. Uno degli aspetti più delicati riguarda proprio la natura del lago: non balneabile, privo di autorizzazioni e apparentemente non sicuro.

Resta da chiarire se i ragazzi abbiano agito di propria iniziativa o se ci sia stata una qualche forma di consenso o tolleranza da parte dei presenti.

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