
Dopo la presentazione delle linee programmatiche da parte della Regione, interviene il sindacato
Perugia, 19 lug.2025 – Dopo la presentazione da parte della Regione Umbria delle linee programmatiche per il nuovo Piano sanitario regionale, la Cgil Umbria ha riunito il proprio Dipartimento sociosanitario, composto dalle strutture territoriali confederali, categorie e associazioni collegate, per approfondire i temi legati ai servizi sociosanitari regionali con particolare riferimento alle prime linee di indirizzo per il nuovo Piano sociosanitario regionale che “in larga parte coincidono, almeno in questa fase, con le richieste e la visione del modello sociosanitario che da anni la Cgil sostiene a livello nazionale e territoriale”. (Nella foto, Maria Rita Paggio)
“In primo luogo – spiega Cgil Umbria – apprezziamo la riaffermazione del ruolo fondamentale del sistema socio sanitario pubblico e universale, la visione posta a base del piano One Healt di promozione della salute attraverso l’azione integrata tra salute, ambiente, welfare, istruzione e mobilità; la svolta rappresentata dal progetto di integrazione socio sanitaria; il rafforzamento del sistema territoriale per realizzare il modello di presa in carico della persona. Approccio che chiediamo da anni e che non è più possibile rimandare se si vuole realmente salvaguardare la funzione pubblica del sistema di tutela della salute nella nostra regione”.
“Pur rendendo piu complesso il percorso di costruzione del nuovo piano sociosanitario – prosegue il sindacato – appare necessario il metodo proposto, cioè componendo il piano con passi concreti, attraverso modelli in costruzione subito messi in campo. Questo metodo permette di riguadagnare il tanto tempo perso negli anni precedenti dove abbiamo assistito a piani sanitari annunciati e mai realizzati. È fondamentale, infatti, dare risposte concrete, da subito, per rimettere il sistema sanitario regionale sul giusto binario, dal declino degli ultimi anni alla riaffermazione di un Sistema sanitario regionale efficiente e di qualità”.
“In questo senso – afferma la Cgil – la scadenza di fine anno indicata per la definizione del piano è positiva ma deve essere tenuto conto del tempo necessario per garantire un’adeguata partecipazione alle scelte. Per questo pensiamo che la data indicata non debba essere perentoria: insomma, fare presto ma fare bene. Sappiamo che la sfida è grande, ma necessaria se si vuole salvare il Sistema sanitario regionale e adeguarlo ai nuovi bisogni, in particolare all’aumento della popolazione anziana e fragile, alla quale rivolgersi non come un problema, ma come un’opportunità per affermare un modello di Umbria inclusiva e in salute”.
“Cambiare è necessario e noi vogliamo essere attori protagonisti di questo cambiamento – sottolinea l’organizzazioe sindacale –, per questo rilanciamo la richiesta di un serrato confronto sindacale su ogni parte del nuovo piano al quale intendiamo contribuire con le nostre proposte, a partire da questa prima parte di piano riferita alla sanità territoriale. Il ruolo della sanità territoriale è fondamentale, per questo serve definire e rafforzare il ruolo dei medici di medicina generale, realizzare e dotare delle necessarie professionalità le case della salute e gli ospedali di comunità per garantire le prestazioni sanitarie di prossimità”.
“Sappiamo che per vincere questa sfida servono anche strumenti che rischiano di essere depotenziati – rileva la Cgil Umbria –: in particolare le risorse messe a disposizione. Ci preoccupa il sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale a opera del governo Meloni che, per la prima volta nella storia, programma di scendere sotto il 6% in rapporto al Pil, per questo abbiamo da tempo messo in atto azioni di mobilitazione a livello nazionale e territoriale per chiedere di investire in sanità e per sostenere il reddito di lavoratori e pensionati contrastando la politica di riarmo che ridurrà ulteriormente le risorse per welfare, istruzione, trasporti e abbassamento della pressione fiscale; per questo chiediamo alla Regione Umbria e a tutti i soggetti politici e istituzionali della nostra regione di sostenere iniziative di contrasto alle politiche nazionali di riduzione degli investimenti in sanità e sviluppo e al contempo chiediamo alla Regione che tutte le risorse disponibili del Pnrr e dei fondi di coesione sia impiegati completamente”.
“Molti sono i nodi da affrontare – conclude la Cgil – a partire dal tema delle liste d’attesa la cui definizione di un osservatorio è certamente utlile per la trasparenza dei dati, ma chiaramente non sufficiente. Queste restano il principale ostacolo all’accesso al Ssr che spinge tanti cittadini a rivolgersi al privato o peggio a rinunciare a curarsi. Altrettanto importante è il rafforzamento e la riqualificazione della rete ospedaliera regionale. Per questo l’impegno della Cgil Umbria su questi temi proseguirà sia ai tavoli di confronto istituzionali che mettendo in campo iniziative regionali e territoriali”.
(33)

