Orvieto, 30 Lug. 2025 – Il Comitato Orvietano per la Salute Pubblica (C.O.S.P.) festeggia il suo primo compleanno. È stato un anno di lavoro intenso e continuo: assemblee settimanali aperte a soci e non soci, eventi pubblici impegnativi per informare e sensibilizzare la cittadinanza sui temi della sanità pubblica. Un anno importante, anche perché vissuto tra due tornate elettorali: le amministrative, appena concluse alla nostra nascita, e le recenti elezioni regionali.

In questi dodici mesi abbiamo coinvolto oltre cinquanta soci e costruito una rete solida di relazioni con molte associazioni del territorio orvietano. Ci siamo sempre posti con uno spirito propositivo e collaborativo nei confronti delle realtà sanitarie locali, senza mai assumere atteggiamenti di contrapposizione o antagonismo.

Dopo i numerosi confronti sui temi della salute con i candidati alla Presidenza della Regione e con i candidati consiglieri dell’area orvietana, ci siamo concentrati su alcune questioni prioritarie del nostro territorio:

  • la difesa dell’autonomia del Distretto Sanitario orvietano, contrastando il progetto di fusione con quello di Terni e Narni-Amelia, grazie anche a una petizione che ha raccolto 312 firme;
  • il problema del consultorio senza ginecologo, un’assenza intollerabile in un servizio essenziale;
  • la Casa di Comunità di Fabro, per la quale abbiamo sollecitato apertura e funzionalità

Infine, abbiamo rivolto grande attenzione all’Ospedale “Santa Maria della Stella”, con un incontro pubblico a fine maggio dedicato proprio alla sua situazione attuale.

È giusto dunque riconoscere i risultati raggiunti:

  • la petizione contro l’accorpamento del Distretto ha ottenuto un riscontro positivo: la nuova Giunta Regionale ha deciso di mantenere l’autonomia del Distretto Sanitario di Orvieto;
  • il Consultorio ha visto l’arrivo di un ginecologo, anche se attualmente per sole 12 ore settimanali –   un risultato ottenuto soprattutto grazie alla spinta della CGIL, che da tempo aveva sollevato il problema;
  • La Casa della Comunità di Fabro aprirà a settembre 2025, e ospiterà anche un ambulatorio ginecologico, che consideriamo una conquista importante per il territorio;
  • abbiamo inoltre dato voce a tanti cittadini, aiutandoli a non sentirsi soli nell’affrontare le difficoltà e le mancanze della sanità pubblica locale.

Guardando al futuro, molti sono i temi che ci attendono dopo la pausa estiva:

  • la salute pubblica nelle aree interne, spesso marginalizzate nonostante il ruolo strategico che il nostro territorio svolge come nodo delle vie di comunicazione;
  • l’inclusione delle persone con disabilità: stiamo lavorando all’organizzazione del primo Disability Pride della Regione Umbria, previsto ad Orvieto per sabato 25 ottobre 2025;

 

•       la situazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Orvieto, che soffre  per carenza di personale, spazi inadeguati e per la mancata realizzazione degli interventi di ammodernamento e riqualificazione previsti dal PNRR.

Facciamo  i nostri auguri di buon lavoro ai nuovi dirigenti della AUSL Umbria 2: Roberto Noto, nuovo Direttore Generale, e Viviana Nicosia, nuova Direttrice del Distretto Sanitario di Orvieto. A loro consegneremo presto l’elenco delle criticità sanitarie raccolte e analizzate dal C.O.S.P. negli scorsi mesi. Dopo aver costruito un rapporto di dialogo efficace con Piero Carsili e Massimo Marchino, auspichiamo che anche i nuovi vertici possano proseguire questo confronto aperto. In particolare, ci auguriamo venga attuata e formalizzata  la proposta del dott. Carsili di avviare percorsi di co-programmazione e co-progettazione tra AUSL e associazioni del territorio, così da poter partecipare attivamente alla stesura del nuovo Piano Socio-Sanitario regionale, assente da anni in Umbria. Una necessità ribadita anche dalla Presidente Proietti, intervenuta al nostro incontro dedicato all’Ospedale.

Infine, una domanda urgente ci tormenta in quest’estate rovente: perché l’automedica staziona a Fornole e non a Orvieto, quando le ambulanze partono proprio da Orvieto? Siamo consapevoli che la presenza del medico in ambulanza non sia obbligatoria (DPR 270/2000), e che l’automedica possa raggiungere il luogo dell’intervento separatamente. Tuttavia, in situazioni critiche, percorrere 60 km può fare davvero la differenza!

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