
Sono state avviate procedure per reclutamenti e concorsi, ma senza un lavoro a monte per rendere attrattivo il posto di lavoro all’Ospedale di Orvieto, rischiamo fortemente di assistere ad un nuovo flop.
Orvieto, 9 sett. 2025 – Dal Comitato Orvietano per la Salute Pubblica O.d.V., riceviamo e pubblichiamo la seguente nota. Al cittadino orvietano in generale, farà probabilmente piacere leggere l’affermazione che la Presidente della Regione con delega ad interim dell’assessorato alla sanità ha espresso pochi giorni fa: “l’Ospedale di Orvieto si conferma presidio fondamentale della sanità pubblica regionale e punto di riferimento per il territorio”. Così come, per logica, fa piacere apprendere che siano state attivati nuovi concorsi per il reclutamento di alcune fondamentali figure come per il nuovo direttore della struttura complessa di ortopedia e medici specialisti per la medicina d’urgenza o la pediatria. Non ci piove.
Tuttavia, sulla base delle precedenti, analoghe iniziative che furono sbandierate dalla precedente giunta regionale come la panacea di tutti i mali, rimaniamo ancora coi piedi per terra e attendiamo con speranza che i concorsi non vadano deserti o i vari professionisti rinuncino alla posizione. Poiché è proprio questo ciò a cui abbiamo assistito in passato ma evidentemente gli amministratori orvietani che frequentano il Palazzo Comunale si accorgono dei problemi sanitari solo ora che non hanno una giunta amica.
Secondo noi cittadini, per far sì che i professionisti della sanità arrivino e restino sul territorio orvietano bisognerebbe soprattutto valorizzarli e premiarli, non solo da un punto di vista economico, ma anche professionale e di benessere generale (concetto peraltro valido a livello universale nel mondo del lavoro). In altre parole bisognerebbe attivare, a monte, alcune strategie per rendere più attrattivo il nostro territorio dal punto di vista lavorativo (in tal senso, anche le ultime peripezie riguardo le difficoltà incredibili per essere collegati in maniera accettabile da e per Roma non giovano alla causa). Altrimenti, come già sta accadendo, le uniche persone che accetteranno sono quelle che hanno la famiglia o interessi nei dintorni di Orvieto.
Volendo approfondire un po’ di più, ad esempio sul “potenziamento” dell’urologia, settore pressoché “azzerato” nel nostro nosocomio, diciamo con chiarezza che consolidare una “collaborazione positiva con Foligno” che prevede la presenza due volte a settimana di uno specialista che viene in trasferta ad Orvieto non è affatto sinonimo di ricostituzione del reparto che, per essere definito tale, come da requisiti organizzativi minimi per l’autorizzazione all’esercizio, dovrebbe prevedere un numero adeguato di personale medico ed infermieristico per garantire la copertura durante l’intero orario di apertura del reparto stesso e per l’attività specialistica.
Per quanto riguarda gli stanziamenti di importanti fondi finalizzati alla riorganizzazione ed ampliamento del Pronto soccorso, al miglioramento sismico dell’Ospedale, e ai lavori per la casa di comunità, si tratta di progetti già avviati coi fondi PNRR dalla precedente amministrazione, e speriamo sinceramente che le complicazioni burocratiche non ne impediscano l’effettiva realizzazione. Finora abbiamo visto soltanto la copertura di pannelli fotovoltaici nel parcheggio dell’Ospedale.
In conclusione, al contrario di chi ultimamente taccia il C.O.S.P. di aver perso la voce o di essere un “comitato ad orologeria elettorale”, diciamo chiaramente ciò che pensiamo, sulla base delle esperienze che abbiamo vissuto e che quotidianamente continuiamo a vivere sul nostro territorio. E così come affermammo senza indugio lo scorso maggio, durante l’incontro da noi organizzato sul rilancio dell’Ospedale di Orvieto, rinnoviamo la nostra piena disponibilità a partecipare alla stesura del nuovo piano socio-sanitario come Comitato Consultivo Misto ai sensi del D.Lgs. 502/92, della LR 3/98 e del D.Lgs. 229/99, perché noi, al nostro Ospedale, vogliamo bene. E possiamo quindi dare quel tipo di contributo caratterizzato da istanze ed osservazioni dal basso che da troppo tempo non vengono prese in considerazione nei tavoli competenti. Il tutto sempre vigilando in maniera imparziale.
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