Perugia, 21 sett. 20225 – Un’altra vita spezzata nel silenzio delle carceri umbre. Una detenuta italiana di appena trent’anni si è tolta la vita nella tarda mattina di oggi, all’interno della sezione femminile del penitenziario di Capanne. A darne notizia è il garante regionale per le persone private della libertà, l’avvocato Giuseppe Caforio.

«Dolore, sconforto e sconfitta» sono le parole che scandiscono il dramma, mentre lo stesso Caforio chiede «provvedimenti straordinari» per affrontare una condizione che resta pesantissima. «È un fatto gravissimo – dichiara – in un momento in cui gli sforzi per migliorare le condizioni dei detenuti si moltiplicano, ma i risultati tardano ad arrivare. Nel frattempo aumentano gli episodi di autolesionismo e le aggressioni contro la polizia penitenziaria, segno di un’emergenza che non può più essere ignorata».

Il garante richiama con forza l’urgenza di una svolta, legata anche all’attesa apertura del provveditorato Umbria-Marche, che dovrebbe garantire maggiore attenzione alle criticità del sistema carcerario regionale.

«Servono risposte concrete – insiste – a tutela di diritti fondamentali che troppo spesso vengono calpestati. Tra questi, quello di scontare la pena in condizioni di umanità ragionevole».

Quello di questa domenica non è un caso isolato: alla fine del 2024 un altro detenuto si era tolto la vita impiccandosi alle sbarre della cella, e i tentativi di suicidio restano numerosi. Paradossale l’amara coincidenza: solo poche ore prima le detenute della sezione femminile avevano ridato nuova vita alla sala polivalente, nell’ambito della Settimana della custodia. Poi, il buio.

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