
Perugia, 26 sett. 2025 – Il titolo Brunello Cucinelli ha perso il 5% dopo la pubblicazione di un report della società di ricerca Morpheus Research, fondata quest’anno da un gruppo di analisti specializzati nello smascherare presunti comportamenti scorretti sui mercati finanziari. Nel documento si accusa la maison di Solomeo di aver violato le sanzioni contro la Russia e di adottare una politica di “sconti aggressivi” per liberarsi di un “magazzino gonfio”, con il rischio – secondo gli autori – di intaccare l’aura esclusiva del marchio.
La replica dell’azienda è arrivata a stretto giro. Cucinelli ha ribadito che i propri spazi all’interno di strutture multi-brand «restano operativi» e che i rapporti con i partner wholesale si svolgono «nel pieno rispetto delle normative, fornendo solo la parte di collezione consentita entro i limiti di valore stabiliti». A sostegno della propria posizione, la casa di moda cita «le verifiche dell’Agenzia delle Dogane Italiane», che avrebbero confermato la correttezza delle procedure «senza alcuna segnalazione da parte di autorità straniere su presunte triangolazioni commerciali».
Sul fronte economico, l’azienda sottolinea come il peso del mercato russo si sia ridotto drasticamente dal 2021 al 2024 con un’incidenza sul fatturato complessivo scesa al 2%, più di due terzi in meno rispetto al periodo pre-bellico. «Numeri – sostiene la società – che escludono l’ipotesi di un utilizzo della Russia per lo smaltimento delle rimanenze di magazzino».
Infine, Brunello Cucinelli S.p.A. annuncia di valutare «azioni legali a tutela della propria reputazione e degli interessi degli stakeholder». Un passo significativo per una maison che, fondata nel 1978 dall’omonimo stilista e imprenditore e radicata nel borgo medievale di Solomeo, rappresenta uno dei simboli più autentici del Made in Italy: sartorialità, artigianalità e innovazione fusi in un modello di “capitalismo umanistico” che intreccia profitti ed etica.
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