
Perugia, 12 ott. 2025 – Un mare di bandiere arcobaleno e palestinesi ha invaso la strada che da Perugia porta ad Assisi: la Marcia della Pace 2025 è tornata con un’adesione che non si vedeva dal 2001, “un fiume umano lungo 14 chilometri”, come ha detto all’Ansa il promotore Flavio Lotti. “Tutti quelli che amano la pace non possono che essere felici di questa partecipazione”.

Il serpentone di 70mila persone — secondo le prime stime della Protezione civile — è partito da Perugia, diretto verso la città di San Francesco, nel segno della nonviolenza e della fraternità. In testa lo striscione “Fraternità”, e come slogan dell’edizione 2025 le parole di Lennon: “Imagine all the people”. Un invito a immaginare un mondo senza guerre, in tempi in cui i conflitti — da Gaza all’Ucraina — continuano a insanguinare il pianeta.

Tra canti, tamburi e arcobaleni, la folla si è trasformata in un abbraccio collettivo. Accanto ai manifestanti, le voci della politica e della società civile: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nichi Vendola, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni e Francesca Albanese hanno camminato insieme ai cittadini.
“È una marcia enorme, come poche volte ho visto — ha detto Fratoianni — contro la cultura della morte e per la vita”.

Il presidente del Cnel Renato Brunetta ha ricordato “la visione di Aldo Capitini, la nonviolenza come costruzione quotidiana di convivenza”, invitando l’Occidente a un “dovere di verità e memoria condivisa”.
Osvaldo Napoli (Azione) ha sottolineato che “la pace è un bene prezioso da difendere, ma senza libertà non può esistere — né per gli ucraini, né per i palestinesi”.
Lungo il percorso, anche Tommaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena: “Questa marea di pace ci ricorda che la strada giusta è non smettere di parlare di Gaza”. Con lui Paola Caridi, esperta di Medio Oriente: “Non dobbiamo dimenticare Gaza né i due milioni di persone che vivono sotto genocidio. Rompere l’assedio è il primo passo”.
Dal palco, Flavio Lotti ha chiesto “perdono per non aver fatto abbastanza per impedire la morte di tanti bambini”, invitando a un minuto di silenzio “per le vittime della crudeltà, della povertà e dell’ingiustizia”.
La sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, emozionata, ha salutato i partecipanti: “Perugia non è mai stata così bella. La pace non è dei potenti, ma dei popoli. È dare pane a chi ha fame, non usarla come arma di morte”.
Ad Assisi, il cardinale Pietro Parolin ha ricordato che “non ci sarà vera pace senza giustizia per tutti i popoli” e che “la formula dei due Stati resta la via possibile tra ebrei e palestinesi”.

Per la presidente della Regione Stefania Proietti, “questa marcia è la somma delle cento piazze italiane che chiedono di difendere l’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra. Marciamo perché non ci siano più vittime, non ci siano più guerre”.
Settantadue agenti di polizia locale e sessanta volontari della Protezione civile hanno garantito la sicurezza del corteo, con 310 pullman arrivati da tutta Italia. La testa della marcia ha raggiunto Santa Maria degli Angeli alle 15, mentre l’Umbria intera — da Perugia ad Assisi — si è fatta oggi simbolo vivente di un’umanità che ancora crede nella pace.
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