Dal 21 ottobre al 30 sculture varie opere su carta di Leoncillo alle Logge dei Tiratori. Il maestro è considerato tra i maggiori artisti del Novecento  

Gubbio, 17 ott. 2023 – Tutto pronto a Gubbio per la nuova mostra alle Logge dei Tiratori, che sarà dedicata a Leoncillo Leonardi, uno dei più grandi scultori del Novecento, nato a Spoleto nel 1915.

L’esposizione “Leoncillo. Ritorno a Gubbio”, curata da Enrico Mascelloni, si terrà dal 21 ottobre 2023 al 7 gennaio 2024 e coinvolgerà nel suo itinerario di visita anche altre tre sedi della città eugubina: il Palazzo Ducale, il Museo Diocesano e il Park Hotel ai Cappuccini.

L’evento inaugurale della mostra è in programma per venerdì 20 ottobre. La presentazione ufficiale si terrà alle ore 17 a Palazzo Ducale, seguirà alle ore 18.30 l’inaugurazione presso le Logge dei Tiratori (ingresso via della Repubblica, lato orologio). L’evento si concluderà con un cocktail  presso il Park Hotel ai Cappuccini.

La mostra è promossa dall’Associazione Culturale La Medusa con il patrocinio del Polo Museale dell’Umbria, del Comune di Gubbio, il sostegno della Fondazione Perugia ed il contributo della Regione Umbria, in collaborazione con la Diocesi di Gubbio, Palazzo Ducale di Gubbio, l’Associazione Host e il Park Hotel ai Cappuccini. Main sponsor è Colacem.

La mostra di Gubbio affronterà il lavoro di Leoncillo nel contesto del “paesaggio” morfologico e sociale umbro in cui nacque e che sempre resterà determinante per un’opera che pur si apre alle temperature più torride dell’avanguardia novecentesca.

Di tutte le fasi della sua attività artistica, la mostra presenterà oltre 30 opere significative e una nutrita e rigorosa scelta di opere su carta, selezionate per venire messe in relazione con le sculture esposte, cogliendone dunque la natura non solo di bozzetti preparatori ma anche di vere e proprie varianti.

Il percorso artistico di Leoncillo attraversa le fasi cruciali dell’arte del suo tempo: l’esordio nell’ambito delle scuole romane, dove porta all’estreme conseguenze, sino alle soglie dell’informale, la lezione espressionista di Scipione; il neocubismo del secondo dopoguerra, in cui la violenta perifrasi materica si placa, senza tuttavia estinguersi, in una più ordinata organizzazione spaziale; l’ultimo e celebrato decennio di attività, in cui la riconquista di una forma perduta avviene attraverso atti radicali come il “taglio”.

 

 

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