Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

Assisi, 23 dic. 2023 – Lo spettacolo va in scena al calar del sole, quando si accendono le luci e un tour nella città serafica è un palcoscenico a cielo aperto che si apre sulla scoperta di presepi piccoli e grandi.

Tutto è suggestivo, espressivo, toccante. Si respira un’atmosfera avvolgente, fatta di luci colorate e di immagini sacre proiettate sulle facciate della maggiori chiese. Una specie di macchina del tempo che ti riporta indietro nel tempo, un’esperienza immersiva per tutti che ti permette di entrare in contatto con la sacralità dei luoghi attraverso la combinazione delle luci.

 

Insomma, un Natale all’insegna della tradizione, dell’arte presepiale e di una serie di eventi per vivere al meglio il clima della festa e anche del primo presepe, realizzato da San Francesco a Greccio nel 1223.

“La storia della prima rappresentazione della natività – ci spiega il sindaco Stefania Proietti – si snoda e prende vita per le strade del centro storico, attraverso spettacolari illuminazioni scenografiche e architetturali, proiettate sulle facciate di chiese e monumenti.

Le immagini traggono ispirazione da testi francescani e sono il risultato del connubio tra elementi presenti in dipinti di Giotto e tratti grafici generati dall’intelligenza artificiale. Il risultato è unico e irripetibile, mettendo per la prima volta insieme ad Assisi, in un’iniziativa del genere, creatività umana e digitale.

Tutto con luci led, a basso impatto energetico e con un progetto di sostenibilità ambientale. Le speciali proiezioni saranno visibili tutti i giorni, fino al 7 gennaio, dalle ore 17 all’una di notte”.

Tanti i presepi artistici. Siamo andati a vederli. In piazza santa Chiara spunta una delle ventotto emozionanti scene del ciclo di affreschi delle storie di san Francesco nella Basilica superiore di Assisi: il poverello davanti a Papa Innocenzo III con il suo gruppo di fedeli Frati  per farsi approvare la prima breve Regola del nuovo Ordine dei Frati Minori.

Un’altra bella suggestione di luci la troviamo piazza del Comune dominata dalla fontana monumentale circondata dagli angeli con ali,  tromba e lucine bianche.

Il civico palazzo, con le luci decorate sul cornicione sembra guardare, quasi con invidia, la torre del popolo e le colonne del tempio di Minerva colorate di azzurro

Poco più avanti, siamo attratti dal richiamo di musica e voci: sotto la Volta Pinta il coro della “Accademia Perusina” intona con uomini e donne stupendi canti natalizi, accompagnati dalla pianola e dalla chitarra. Ha collaborato all’iniziativa il Rotary club.

Prima di salire verso piazza san Rufino, diamo uno sguardo alle vetrina della antica farmacia dei Caldari, dove Paolo Mancinelli ha scolpito su una radice un paesaggio da presepe in miniatura.

Salendo per raggiungere la cattedrale di San Rufino, incontriamo tante vetrine colorate che si affacciano lungo la via e donano un tocco di raffinatezza all’atmosfera natalizia. Sulla piazza il campanile che svetta verso il buio del cielo e la facciata della cattedrale ti fanno immergere in un altro dipinto di Giotto, proiettato dal mapping.

Proseguendo il nostro viaggio giungiamo a piazza Nova. Il Comitato di Porta Perlici ha allestito un bellissimo presepe sopra le fonti medioevali.

“Le solite mani e altre di assisani – si legge in un foglio di carta vergato a mano – hanno allestito in modo originale e creativo questi scenari di fede che ci parlano di terra e di cielo”.

Tutto è stato progettato e realizzato con grande cura in ogni particolare. Predominano impalcati di legno, quasi per rendere più caldo l’ambiente dove l’acqua è protagonista.

Le figure a dimensione di uomo, sono avvolte in tuniche orientali. Suggestivi anche il focolare acceso nella povera cucina, dove una donna impasta con acqua e farina il pane; la stalla e il pollaio.

Ritornando in piazza, ci fermiamo nello splendido scenario della chiesa di Santa Maria sopra Minerva.

E’ stato allestito un presepe con figure quasi a misura d’uomo. Non c’è la grotta e Maria tiene in braccio Gesù  su un rozzo giaciglio. Davanti a lei san Giuseppe, il bue, l’asinello e due ovini.

Poco distante il caratteristico presepe di Antonietta Mancinelli. Incanta per i bellissimi personaggi che indossano abiti d’epoca e provengono dai laboratori artistici e creativi di Napoli.

Anche gli attrezzi contadini di una volta, le case, i carri, gli animali, i cesti di frutta  si mescolano al sacro e al profano, dove ogni cittadino si identifica e si sente rappresentato.

Antonietta iniziò a progettare questo importante presepe con il marito Carlo Angeletti, noto ristoratore, fondatore degli teatro degli Instabili (oggi gestito dalla figlia Fulvia) e del circolo culturale “Fortini”.

Carlo ha avviato molti anni fa il primo presepe davanti alla basilica superiore, ancora oggi allestito da un gruppo di volontari

Carlo, scomparso prematuramente, è ricordato da tutti gli assisiati come un uomo sempre attento ai processi di cambiamento del territorio, non si tirava mai indietro a dare suggerimenti e contributi e lo faceva sempre con una massiccia dose di coraggio, perchè amava troppo la sua bella Assisi.

Scendendo verso via Portica, incontriamo un altro presepe allestito  dagli “Amici della montagna di Assisi”.

Infine, giungiamo alla basilica superiore di san Francesco, dove anche quest’anno, sulla facciata, il gioco di luci e proiezioni narrano scene sul grande mistero del Natale. Il video mapping è stato arricchito anche dal transito della cometa che si avvicina alla terra per indicare la strada ai pastori.

Nella piazza della basilica inferiore, l’attenzione è rapita dal presepe realizzato con la sabbia di Jesolo. I personaggi sembrano di marmo indistruttibile, invece sono di sabbia: venti quintali di impalpabile sabbia. E’ lungo otto metri, alto 4,5 e profondo quattro.

A realizzarlo sono stati tre artisti tra i migliori al mondo con il coordinamento del direttore artistico canadese David Ducharme.

Hanno prima bagnato e compattato la sabbia, poi trasformata nel più geniale dei presepi. Un’ opera che stupisce per il contrasto tra la monumentalità e l’intrinseca fragilità del materiale, che sfida la gravità senza una goccia di collante.

L’albero, invece, posizionato sempre sulla piazza inferiore della Basilica, è stato donato dalla Valle D’Aosta. E’ un abete rosso, alto circa 15 metri, individuato all’interno della proprietà regionale del Parco di Castel Savoia in Gressoney-Saint-Jean. L’albero aveva radici e tronco che avrebbero potuto danneggiare il muro di cinta del parco e la chioma insistente in parte sulla proprietà privata adiacente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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