Per il sindacato serve piattaforma unitaria con Cgil e Cisl”

Perugia, 5 gennaio 2023 – “Discutibile nel merito, sbagliato nel metodo l’approccio della Giunta regionale sulla sanità che, nel bel mezzo delle festività approva uno dei documenti più importanti della legislatura e convoca le organizzazioni sindacali il 15 gennaio, a cose fatte, limitando dunque al minimo qualsiasi tipo di discussione e di confronto nello specifico della vicenda”.

Così la segreteria confederale della Uil dell’Umbria, commentando il documento sulla riorganizzazione della rete ospedaliera.

“L’impressione – spiega la segreteria confederale Uil Umbria – è che i nuovi documenti approvati pieghino la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale a logiche di performance ed efficientamento, dimenticando completamente alcuni dati essenziali di conformazione sia della nostra regione che della popolazione umbra. L’Umbria conta infatti poco più di 800mila abitanti, distribuiti in 8.400 chilometri quadrati, con tre aree interne.

In questo quadro l’indice di invecchiamento è preoccupante: al 1° gennaio 2023, oltre un quarto dei residenti ha almeno 65 anni. Gli over 65 sono il 26,8 per cento della popolazione, 228mila persone una quota destinata ad aumentare sensibilmente. Di questi, 74mila hanno già dichiarato di rinunciare alle cure. Troppi costi, liste d’attesa troppo lunghe o complesso il raggiungimento della località che viene assegnata per la prestazione sanitaria”.

“Questo avviene in un contesto italiano nel quale, nel 2022, gli italiani hanno speso 42,5 miliardi di euro per curarsi, su una spesa sanitaria di 172 miliardi. La carenza di personale è atavica e anche gli investimenti del Pnrr sanità, se non supportati da una adeguata campagna di assunzioni, rischiano di rimanere cattedrali nel deserto. Secondo le stime più prudenti, in Italia servono 20mila medici e 70mila infermieri. Chi lavora nel sistema sanitario pubblico cerca di andarsene, oberato dai pesanti carichi di lavoro. Agli ‘eroi della pandemia’, questa legge di bilancio nazionale non ha neanche garantito i fondi adeguati per un consono rinnovo contrattuale”.

“La medicina del territorio e il sistema capillare di raggiungimento di tutti i bisogni degli umbri, nel miglior modo possibile, deve essere la strada da intraprendere – continua la Uil – Questo lo dovremmo aver imparato dalla pandemia e da quanto avvenuto in alcune regioni del nord, al collasso perché basate solo su grandi strutture sanitarie. Come sono andati i fatti è sotto gli occhi di tutti e noi dovremmo intraprendere un’altra strada. Le Case di comunità e tutti i progetti previsti, tranne qualche raro caso, ci appaiono in ritardo e questo non è confortante. Come non è confortante la smobilitazione di alcuni presidi, che sta già mandando in affanno gli altri rimasti a far fronte a territori e bacini comunque vasti”.

“In questo quadro – conclude la Uil Umbria – l’invito che rivolgiamo è alle segreterie di Cgil e Cisl, affinché si possa mettere nero su bianco insieme, prima del 15 gennaio, una piattaforma chiara, che metta al centro le persone e i cittadini che quotidianamente si confrontano con il sistema sanitario. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo”.

 

 

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