Inaugurato anche il centro studi dell’internamento e della deportazione Olga Lucchi. Si parte con le visite il 27 gennaio giorno della memoria

Servizio a cura di PIA FANCIULLI

Foligno, 26 gennaio 2024 – Da campo di concentramento a presidio di democrazia e libertà. A quasi trenta anni dalla prima idea, sabato 20 gennaio, settimana della Memoria, ha aperto i battenti, con avvio alle 10, il Memoriale del Campo di Concentramento di Cofiorito con il Centro Studi dell’Internamento e della Deportazione Olga Lucchi.

Un progetto a firma de “L’Officina della Memoria” di Foligno, accolto nell’area delle Casermette – come venne chiamato con la fine della guerra il Campo 64 – al quale sono stati dedicati il 20 e il 21 due intensi giorni di iniziative per sancire la restituzione a un territorio e alla sua gente di un luogo che fu tragico teatro della repressione fascista.

Accolto in una delle Casermette del Campo 64, l’unica ristrutturata con elementi ofriginari, il Memoriale è stato salutato, nella sede del Parco di Colfiorito, Aula Didattica, da un folto parterre di relatori e dalla Presidente dell’Officina Rita Zampolini.

“Siamo qui oggi grazie a un percorso lungo e appassionante. E soprattutto grazie al lavoro corale di istituzioni, associazioni, studiosi, studenti e docenti. E mi emoziona pensare che questo spazio che fu negli anni 1939-1943 snodo rilevante della repressione fascista e poi nazifascista, viva d’ora in poi quale monito, esercizio di democrazia per il presente e il futuro.”

A Colfiorito vennero internati civili, prigionieri di guerra dall’Albania e Montenegro, oppositori politici italiani, fino a contenere 2300 persone. Sul Campo è poi caduto un velo d’ombra, una sorta di oblio che ha fatto sì che ancora oggi pochi ne siano a conoscenza, e di come anche da qui si partisse verso altri campi di smistamento per finire poi nei lager, soprattutto Mauthausen, a volte senza farne più ritorno.

Grazie al Memoriale quelle mura sono invece tornare a parlare, a raccontare fatti e persone che qui transitarono. Un obiettivo centrato grazie a un finanziamento europeo venuto dal Gal Valle Umbra e Sibillini che ha visto intervenire il direttore David Fongoli insieme agli altri soci storici de L’Officina della Memoria, ovvero la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno con l’intervento del segretario generale Cristiano Antonietti.

Tra il folto pubblico anche studenti e docenti, tra cui la scuola secondaria di primo grado “Nicolò Alunno” di Belfiore, sezione distaccata di Colfiorito, Ma progetti sono in corso da molti anni pure con il Liceo Classico folignate “F.Frezzi- Beata Angela”, altro socio de L’Officina della Memoria.

“I nostri studenti sono da sempre coinvolti in percorsi di educazione alla democrazia, alla pace, al rispetto della diversità, al di là della Giornata della memoria – ha dichiarato la dirigente scolastica Rosella Neri.” Da lei anche un commosso ricordo di Olga Lucchi, alla quale è dedicato il Centro Studi del Memoriale. Interventi istituzionali sono giunti dal sindaco Emiliano Nardi della confinante Serravalle di Chienti (Marche), comune con cui Colfiorito condivide territorio, storia, cultura e percorsi della memoria sui sette Altipiani.

La necessità di lavorare in modo trasversale, sui giovani certo, ma anche su tutti colori che hanno perso memoria, è venuta da Marco De Felicis, consigliere di maggioranza del Comune di Foligno, ente patrocinatore del Memoriale.

Significativo l’apporto dei nuovi fondamentali soci de L’Officina della Memoria, Aned nazionale con la consigliera Ambra Laurenzi, Aned Umbria con il presidente Malcom Angelucci, a Provincia di Perugia, e i patrocinanti, ovvero l’Archivio Storico di Perugia con la direttrice Cinzia Rutili e l’Isuc (Istituto per la storia dell’Umbria Contemporanea).

Fino al direttore scientifico del progetto, lo storico Costantino Di Sante, che ha espresso grande soddisfazione per il risultato raggiunto. “Un lavoro funziona se c’è il contributo di vari attori, di diverse capacità, conoscenze, passioni, studi. Conservare segni di memoria è fondamentale per quello che si definisce l’uso pubblico della storia, dove la comunità si riconosce e ne fa tesoro per guardare al futuro”.

Da lui un ringraziamento a Luciana Brunelli, prima direttrice del comitato scientifico, per un progetto che promuove la partecipazione civica, contro la discriminazione religiosa, etnica, sociale: “Questo è il grande messaggio che lanciano luoghi come questo. Uno dei pochi in Italia.”

Toccante l’intervento di Ambra Laurenzi di Aned nazionale nel ricordo di Carlo Venegoni, padre dell’attuale presidente Aned Dario, internato proprio a Colfiorito. “Il fine di queste iniziative è rivolto al futuro – ha commentato -. Bisogna attraversare il passato per vedere il domani. L’attenzione deve essere vigile, Conoscere la storia di un territorio e la responsabilità del fascismo è un dovere a cui tutti dobbiamo rispondere”.

Per Aned Umbria, il presidente Angelucci ha ricordato la fondatrice Olga Lucchi e l’importanza del Memoriale quale spazio di educazione civica e studio collettivo. “Non è un monumento, non è una lapide. Ma è un luogo di memorie, di affetti, di accadimenti, dove occuparci del passaggio generazionale della memoria”.

Tra i documenti del Memoriale, molti sono giunti dall’Archivio storico di Perugia. “La partecipazione dell’Archivio è nelle trame di questo progetto – ha commentato la direttrice Rutili – che vive nella compartecipazione di contributi di vario tipo, con la scuola, con istituzioni e fondazioni private”.

Dopo il taglio del nastro, nel pomeriggio gli studenti di ieri e di oggi sono stati protagonisti nel cuore del Memoriale dove dalle letture a cura di Michele Bandini (Zoe aps), di testimonianze degli internati nel Campo 64, il programma ha previsto la proiezione dei due video, “Vite nel vento incessante” della scuola secondaria di primo grado “Nicolò Alunno” di Belfiore accompagnato da canti e interventi degli alunni, e “Il Feroce Saladino” realizzato nel 2011 nella stessa scuola con il coordinamento di Matteo Lucidi e Vincenzo Falasca.

Alla scuola di Colfiorito si deve anche, nel 2000, in anticipo sui tempi, il progetto guidato dall’insegnante Marina Pia Buriani conclusosi con il volume “Nessuno lo chiamava il campo…”.

Domenica 21, partecipatissime nonostante la neve caduta il giorno prima, le escursioni mattutine verso i luoghi della Memoria e della Resistenza, direzione Cesi e Collecroce in collaborazione con Cai Foligno, Fie Valle Umbra Trekking, Orme Camminare Liberi, ANPI Nocera Umbra e Valtopina, ANPI Foligno, Aned Umbria.

Perché questa è la peculiarità del Memoriale, il dialogo tra passato, presente, futuro, ma anche l’interazione interno, esterno, come sottolineato dal progettista, l’architetto Matteo Lucidi. “Nessuno conosceva questo luogo. Oggi la sfida è farlo entrare nelle dinamiche sociali e culturali di un territorio.

Con un percorso esterno sui luoghi della Memoria che lo faccia vivere anche quando questo spazio è chiuso”.

Del progetto sono partner ANPI Foligno, Associazione Fulgineamente, Unifol, Università della Terza Età, Istituto d’Istruzione Professionale E.Orfini Foligno. Al Memoriale e al Centro Studi è dedicato un raffinato catalogo.

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