Perugia, 27 febbraio 2024 – Il loro è un lavoro molto delicato, perché ha a che fare con la giustizia e da esso possono dipendere le sorti delle persone indagate e imputate in processi di ogni sorta. Parliamo degli addetti e delle addette ai servizi di documentazione degli atti processuali impiegati al ministero della Giustizia.
Circa 1500 fonici, trascrittori e stenotipisti (una decina in Umbria), che sono da anni impiegati in condizioni di lavoro precarie e inadeguate alla delicatezza del servizio prestato con competenza e professionalità.
“io lavoro nel sistema giustizia dal 1996, senza interruzioni – ha raccontato Cristina Boccioli, una delle lavoratrici in appalto intervenute al presidio – e ogni giorno entro alle 9.00 in Tribunale, quando cominciano le udienze, senza sapere a che ora finirò. Ho lavorato con qualsiasi tipo di contratto, i più disparati, a seconda delle ditte che via via hanno vinto le appalto. Dal 2017 lavoro per un consorzio che applica il contratto del multiservizi, ma prima ho lavorato con co.co.co., contratti a progetto, con il Ccnl delle scuole laiche e persino con quello dei metalmeccanici. Il tratto comune – ha concluso la lavoratrice – è una costante condizione di precarietà”.
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