Dal nostro inviato speciale GILBERTO SCALABRINI

Colfiorito (Foligno), 21 ott. 2023 – Alle pareti del ristorante “S’osteria al fontanile”, nel centro storico di Colfiorito, l’occhio è rapito dalle belle immagini, ricche di sfumature,  scattate da Alfiero Pepponi e Massimo Greco alla fauna ornitica della conca palustre.

Pepponi è il presidente di Lipu Umbria e, in questo scrigno di biodiversità naturale, Alfiero  si può definire l’uomo della palude: passa 360 giorni all’anno sull’altopiano considerato un vero paradiso per gli uccelli, stanziali e migratori.

Appassionato di fotografia, ogni scatto coglie in pieno il genius loci di questa terra, dichiarata fin dal 1977 una zona umida di valore internazionale, e la magia si riflette, come per incanto, nelle immagini.

Il professor Pierpaolo Ramotto, guardando la foto del Mignattaio, una specie rarissima, afferma: «Sono rimasto emozionato dai colori del piumaggio, perché sembra di vedere una pittura di Turner».

E’ vero, verissimo! Le piume dei volatili sembrano davvero pennellate di luci improvvise.

A presentare la mostra è stata Manuela Lolli. Non è la prima che organizza nel suo locale: ha dato spazio anche ad altri fotografi e scrittori.

Nelle foto di Alfiero Pepponi si può ammirare anche il lavoro degli uccelli nel costruire il proprio nido: opere di architettura e ingegneristica che prendono forma con materiali differenti e danno confort e protezione alle loro uova e ai loro piccoli, come si può vedere nella foto che ha colto una coppia di Basettino (passeriforme diffuso in Europa e Asia) mentre intrecciano i rami per il nido.

«La mia passione per la fotografia – ci spiega Pepponi – viene da lontano ed è nata casualmente. Ho avuto la fortuna, negli anni 1980, di conoscere e avere un buon rapporto di amicizia con lo storico don Mario Sensi, amico di mio padre Lidio. Don Mario conosceva la mia passione sin da bambino per il mondo degli uccelli e così mi regalò un libro che parlava dell’Altopiano di Colfiorito e della palude.

Mi regalò pure una cartina degli anni ’70 disegnata da Pedrotti. Ho iniziato così a studiare l’ambiente e mi sono appassionato della fotografia. Il mio tempo libero l’ho passato in questo ambiente e credo di avere una buono conoscenza del territorio. Pertanto, vorrei che questa mostra fosse una stimolo per riflettere sulla bellezza dell’Altopiano e anche sui processi di trasformazione in atto nella zona.

Processi che dovrebbero essere indagati, seguiti e tamponati. In pratica, la biodiversità va seguita e tutelata, perché la sua perdita ha risvolti anche economici. Purtroppo, lo sfruttamento e il depauperamento delle risorse incrinano certi equilibri e crea ripercussioni sulla vita di altre specie ma anche della nostra».

Tutela della biodiversità e lotta al cambiamento climatico vanno entrambi di pari passo. A tal proposito, ricorda la diminuzione delle rondini che mangiano insetti come le mosche, zanzare, libellule, vermi, scarafaggi e altri, chiamando sul banco degli imputati le pratiche agricole intensive e l’uso di pesticidi che riducono la presenza degli insetti.

Infine, cita una saggia frase di  Aristotele: “Nessuno amerà mai quello che non conosce”.

La mostra allestita a “S’Osteria al fontanile”, grazie anche alla collaborazione del Laboratorio sperimentale di scienze di Foligno, è da visitare. Affascinano le specie, i colori , il volo tanto che sembra di sentire anche il loro canto, la loro comunicazione

Esprimono forse gioia ma delimitano anche i confini aerei che per noi sono invisibili. Poi quando intonano armonie struggenti lo fanno perché sono innamorati. Desiderano che la femmina si accorga della loro presenza.

Sono come menestrelli di palude, sfruttano l’alba e trasmettono messaggi alla propria compagna territoriale.

 

 

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