Appuntamento all’asilo nido intercomunale “Le Piccole Impronte”  per una tavola rotonda con il dottor Nicola Fuso tra aspetti teorici ed esperienze quotidiane

TAVERNELLE, 22 gennaio 2024 – Chiarezza nel momento in cui l’adulto prende una decisione deve comunicarla in maniera chiara al bambino, specie quando si tratta di una negazione; coerenza, i bambini non amano troppo i cambiamenti; quindi, la coerenza nelle decisioni e nella routine quotidiana li aiuterà ad orientarsi ed a regolare meglio il proprio comportamento; coinvolgimento,spesso si individua alla base dei capricci un forte bisogno di affermazione del sé, in altre parole il bambino chiede di essere riconosciuto come individuo autonomo e capace. Quindi invece di dar vita a lunghe lotte di potere è bene agevolare i processi di scelta del bambino, assicurandosi però che siano adeguati alle capacità del piccolo.

Sono i tre elementi fondamentali nella gestione del capriccio da parte dei bambini e che costituisce il tema della tavola rotonda che si svolgerà mercoledì 24 gennaio dalle ore 16, presso l’asilo nido intercomunale “Le Piccole impronte” di Tavernelle, organizzata dalla Rete dei servizi per l’infanzia Lilliput Polis in sinergia con la scuola dell’infanzia paritaria “Monumento ai Caduti”, condotta dallo psicologo Nicola Fuso.

“La tavola rotonda rientra nella ferma volontà di generare nel servizio educativo uno spazio inclusivo in cui poter supportare una genitorialità consapevole – affermano Robert Bonini, coordinatore pedagogico Rete Lilliput Cooperativa Polis e Maurizia Poggiani, direttrice della scuola dell’infanzia paritaria Monumento ai Caduti – Si parlerà di genitorialità e del percorso di crescita dei bambini grazie alla preziosa conduzione di Nicola Fuso, che ringraziamo per aver accolto il nostro invito. L’evento programmato rientra in questa logica, saper ascoltare e supportare le famiglie nel loro ruolo genitoriale”.

L’organizzazione dell’incontro interattivo rappresenta l’estensione di un percorso pedagogico comune più ampio. Da quattro anni a questa parte, infatti, i tre servizi non solo rispondono alle esigenze di socialità estive per i bambini del territorio. È in atto, infatti, un percorso di continuità strutturato e ricco di proposte per i bambini dei tre servizi 0-6, nonché un prezioso supporto alla genitorialità con la promozione di tavole rotonde sull’infanzia, come in questo caso, condotte da professionisti dell’età evolutiva. Tale percorso è stato possibile grazie alle amministrazioni comunali di Panicale e Piegaro, che hanno stimolato quattro anni fa un confronto garantendo un prezioso supporto alla progettualità.

“Scatti d’ira, rabbia incontrollata, improvvise e bizzarre voglie, di breve durata ma molto intense, sono alcuni comportamenti – sostiene Fuso Nicola – che tutti noi, sia come genitori sia come educatori, ci troviamo spesso ad osservare, ma tali manifestazioni sono solo la punta dell’iceberg, infatti, i significati che si nascondono dietro al capriccio sono molti e diversi da bambino a bambino e per fascia di età”.

La tavola rotonda intende fornire ai genitori gli strumenti per gestire al meglio questi momenti, evitando di farsi prendere dal panico e di compiere scelte che a lungo andare possono avere un effetto negativo sullo sviluppo del bambino e parallelamente creare senso di frustrazione e di impotenza nel genitore e nell’educatore.

“Bisogna partire dalla conoscenza degli aspetti teorici che si celano dietro al capriccio in un’ottica biologica, psicologica e sociale. Infatti, gli studi più attuali, individuano in questi tre ambiti l’insieme degli aspetti e delle caratteristiche, innate ed acquisite, che danno poi vita e carattere al comportamento manifesto di ogni individuo – sostiene Fuso – È importante sottolineare che il temine capriccio, spesso viene usato in maniera impropria per descrivere comportamenti e voglie bizzarre con le quali genitori ed educatori si devono confrontare quotidianamente.

Sarebbe molto più corretto denominare questi comportamenti, come scatti d’ira o rabbia incontrollata, poiché come termini descrivono meglio la difficoltà e spesso l’incapacità del bambino di riconoscere, comprendere e regolare le proprie emozioni e quindi i suoi comportamenti, poiché il comportamento manifesto di ogni individuo è il risultato delle proprie emozioni”. Comportamenti che non sono immotivati, ma alla loro base nascondono un bisogno che chiede di essere visto, compreso e riconosciuto.

“Tale modalità comportamentale, che seppur differenziandosi da bambino a bambino, ha dei punti comuni è dovuta al fatto che le emozioni sono innate in ogni individuo, ma la loro gestione, regolazione ed espressione varia da soggetto a soggetto ed è influenzata dallo sviluppo e dalla crescita – prosegue Fuso – Sul piano biologico i bambini non hanno ancora strutture cerebrali e cellulari completamente formate e ciò influenza anche il loro sviluppo psicologico, inoltre la mancanza di un bagaglio sociale esperienziale fa sì che il bambino, davanti a sensazioni, stati d’animo ed emozioni forti, provi paura e senso di smarrimento attuando questi comportamenti definiti capricci, poiché ancora incapace di regolare le sue emozioni. Con queste esplosioni il bambino cerca di esprimere e comunicare qualcosa che non è in grado di dire a parole”.

Il compito dell’adulto non è quello di minimizzare questo tipo di vissuti, ma piuttosto quello di aiutare il bambino ad esprimersi trovando le giuste parole, parole che ancora lui non conosce. “Come adulti, dobbiamo prendere consapevolezza del fatto che per un bambino è normale esprimere stati di de-regolazione davanti ad emozioni forti. In tutto ciò non c’è né sfida né intenzione da parte del bambino di nuocere al genitore, ma ci sono emozioni bloccate, c’è paura, c’è senso di smarrimento ed un forte bisogno di un adulto comprensivo, che sa ascoltare ed offrire aiuto dice ancora Fuso – Ma allora … come gestire in concreto i capricci?

Va detto che non esiste una bacchetta magica per gestire il bambino durante una crisi di rabbia, considerato anche che queste manifestazioni comportamentali, come già detto, sono strettamente legate ai processi di sviluppo cerebrale, quindi, da parte di noi adulti serve calma, tempo per la comprensione e pazienza. Infatti, urla, minacce e modalità aggressive da parte dell’adulto non faranno altro che agitare ulteriormente il bambino, poiché nel pieno della crisi, lo stato di de-regolazione è tale che il bambino non sarà in grado di ragionare ed ogni elemento esterno potrebbe far aumentare l’escalation”.

Nel corso della tavola rotonda verrà spiegato come “la prima cosa da fare sarà quella di creare uno stato di connessione, abbassandoci alla sua altezza e cercando di creare un contatto visivo.

Stabilito questo contatto visivo, se il bambino non lo rifiuta, sarà possibile procedere con un contenimento di natura fisico-emotiva, un abbraccio, e solo quando sarà calato lo stato reattivo, sarà possibile parlare al bambino, poiché in quel momento tornerà ad essere ricettivo – conclude lo psicologo – A questo punto, dare un nome ed una spiegazione a quanto accaduto avrà diversi scopi e benefici, servirà: a far crescere emotivamente il bambino facendogli capire che tutte le emozioni vanno espresse, ma che certi comportamenti vanno mitigati; a creare un maggior atteggiamento di fiducia verso l’adulto e ad acquisire un’esperienza che sarà utile per situazioni future. In conclusione, è importante ricordare che non possiamo controllare le emozioni dei bambini, ma possiamo provare a gestire le situazioni che vivono aiutandoli a comprenderle e ad elaborarle, con rispetto e comprensione”.

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