Perugia, 27 gennaio 2024 – Si è svolto ieri pomeriggio, in un affollatissimo Oratorio di San Francesco dei Nobili, campione straordinario del barocco perugino, il quarto evento organizzato da “Costituente Perugia”, con il quale l’associazione presieduta da Paolo Belardi, che conta ormai centinaia di iscritti, ha inteso passare dall’analisi critica alla proposizione ideativa.

Il programma, articolato in due parti, ha previsto il contributo di quattro relatori. Nella prima parte, dedicata alle innovazioni che varrebbe la pena recuperare dalla “Perugia sospesa”, Paola Brunori ha affrontato con grande lucidità il tema della sanità, Lorella Mercanti ha affrontato con grande passione il tema delle famiglie e Franco Ruggieri ha affrontato con grande forza comunicativa il tema della cultura.

Mentre nella seconda parte, dedicata alle innovazioni che varrebbe la pena attivare per andare verso una “Perugia possibile”, Fabio Viola, game designer di fama internazionale, ha affrontato il tema della “Playable city”, affascinando i presenti con le valenze socio-economiche di una città aperta alla contemporaneità e attrattiva per i giovani creativi, finalmente capace di superare i limiti angusti del cliché medievale e delle rievocazioni in costume.

La grande partecipazione di pubblico, che è andata oltre le migliori aspettative, ha dimostrato che nella città c’è voglia di partecipare per costruire una visione nuova e alternativa all’anomia degli ultimi decenni: Perugia, come è emerso con chiarezza dall’evento, non è rassegnata al declino da città di provincia di livello internazionale a città provinciale.

E forse le forze politiche di centro e di sinistra, che in queste ore stanno assumendo decisioni fondamentali per il futuro della città, dovrebbero saper cogliere i segnali e far tesoro del contributo di associazioni civiche come “Costituente Perugia”: un’associazione che con lesue iniziative, nel breve volgere di pochi mesi, è riuscita a stimolare il dibattito in tutta la città. Dal centro alla periferia.

Significative in tal senso le parole con cui Paolo Belardi, che ha coordinato l’iniziativa, ha concluso il proprio intervento finale.

“Per passare dalla Perugia sospesa alla Perugia possibile non servono né una rubrica di nomi (mi riferisco ai sondaggi con cui la politica sta abdicando al marketing) né un elenco di ovvietà (mi riferisco ai proclami che ho letto in questi giorni) né una tabella di numeri (mi riferisco alle acrobazie delle alleanze partitiche), ma servono un alfabeto di principi, un vocabolario di idee e, soprattutto, serve una grammatica di sentimenti ovvero serve un grande cuore innamorato della nostra città. Tutte componenti che certo non difettano alla nostra associazione.”

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