Perugia, 12 marzo 2024 – La Corte di Appello di Perugia ha ribaltato completamente la sentenza di primo grado emessa ieri, condannando un pubblico ufficiale in servizio presso la sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Terni.

La pena di sei mesi di reclusione, sospesa, è stata inflitta per accesso abusivo al sistema informatico SICP, unitamente al rimborso delle spese processuali e dei danni.

Il Tribunale di Terni, nel 2021, aveva precedentemente assolto l’imputato, ma la nuova sentenza rivela una diversa interpretazione dei fatti risalenti al 2016. Tutto ebbe inizio con la pubblicazione di un post su Facebook, contenente notizie riservate riguardanti un collega della Polizia di Stato, superiore dell’imputato.

Le indagini hanno rivelato che il pubblico ufficiale, mossosi da risentimento nei confronti della parte civile, ha abusato delle proprie credenziali per accedere al Sistema Informativo della Cognizione Penale senza autorizzazione. Tale sistema, protetto da rigorose misure di sicurezza, gestisce dati relativi a procedimenti penali, coperti dal segreto istruttorio.

I controlli hanno identificato una serie di accessi non autorizzati, effettuati in quattro diverse giornate, nell’arco di dodici giorni. Questa condotta è stata considerata grave dalla Corte di Appello di Perugia, che ha emesso la nuova sentenza condannatoria.

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