Intervista a cura di FEDERICA MENGHINELLA
Foligno, 9 giugno 2024 – “Vedendola da fuori ogni tanto qualcuno pensa che sia un gioco di tamburi o di persone che vanno a cena. Invece la Quintana è sostanza, è una manifestazione che ha il suo peso economico nella città, ha il suo peso politico in termini di partecipazione, ha il suo valore sociale nella capacità di mettere insieme tutti: senza distinzioni politiche, sociali e di altro genere. (Nella foto di Gabriele Cirocchi, il presidente dell’Ente Giostra della Quintana Domenico Metelli)
Per noi ognuno è il benvenuto”. Esordisce così il presidente dell’Ente Giostra Domenico Metelli parlando dell’edizione 2024 come di un evento capace di unire mondi e generazioni diverse. Con uno sguardo speciale sui giovani.
Presidente ha affermato che la Quintana è inclusiva. Che significa?
Intendo che si tratta di una manifestazione trasversale e dato che siamo in tempo di elezioni possiamo dire che anche su questo aspetto siamo assolutamente liberi, dando rispetto a tutti. Il sindaco che sarà eletto sarà il nostro sindaco, nessuna attenzione particolare per gli schieramenti politici: ci accomuna solo l’amore per la nostra manifestazione. Questa è la nostra forza, senza considerare che la Quintana è una delle poche manifestazioni in Italia e in Europa che parla ai giovani.
In che modo?
Non a chiacchiere, ma con i fatti. Nelle nostre taverne accogliamo i bambini già a otto, nove anni e diventano parte di qualcosa di collettivo. Mettiamo i ragazzi al centro; quando parliamo del futuro, dei giovani, lo facciamo realmente perché sono centinaia i ragazzi che stanno nei rioni, durante il periodo della Quintana. Cooperano, si divertono ma hanno anche delle regole da rispettare: c’è un Priore, c’è un Consiglio che danno la linea e decidono il da farsi.
Alcuni di loro a casa magari sono più turbolenti, invece al rione si danno da fare e ricevono il biglietto omaggio per assistere alla Giostra, perché hanno fatto bene e si sono impegnati e questo è un premio molto, molto ambito.
Veniamo alla Giostra, anzi: al protagonista assoluto della manifestazione, il cavallo
“Siamo a livelli altissimi di cura: il cavallo della Quintana è il Sinner del tennis. Un atleta coccolato e controllato in ogni momento; non solo il giorno della gara ma anche nella fase di allenamento, quando c’è bisogno di tanta attenzione, per preservarne la salute e le performance sportive. Oggi il veterinario di una scuderia è anche un manager, una molteplicità di cose, proprio perché deve curare il cavallo, fulcro della nostra Quintana, in maniera perfetta. Per noi il cavallo è un atleta sotto tutti gli aspetti”.
Dai cavalli ai cavalieri: come procede la sfida della scuola?
“La nostra scuola è altamente professionale. Come diciamo spesso, non insegniamo a andare a cavallo per poi fare la Quintana. Entrare nella logica della Quintana significa essere già un cavaliere capace. L’evoluzione che si può fare è prettamente tecnica. A Ranieri Campello spetta il compito di mettere in assetto perfetto il cavaliere sopra il cavallo; a Lorenzo Paci di far centrare gli anelli, dando ogni suggerimento utile per un cavaliere di giostra.
La dimostrazione sull’otto di Giostra c’è stata: dalla scuola escono fuori cavalieri non solo dotati di natura, ma con molta capacità tecnica e in questo siamo un unicum a livello nazionale.
Quanto al rinnovamento nel settore del Comitato Scientifico come va la nuova squadra?
Prima il Comitato scientifico aveva un ruolo più istituzionale, adesso siamo scesi in mezzo alla gente, con le dieci commissioni rionali e i dieci consigli. Da questo è partita una nuova collaborazione basata sulla comunicazione e la collaborazione reciproca. Oggi ogni rione sa che può contare su persone di altissima capacità. È stato avviato un percorso di formazione. È piaciuto molto andare nei rioni per capire. Hanno trovato tanta attenzione, un bel clima. La Quintana più la “scavi” e più la capisci.
Nel 2026 ricorreranno gli 80 anni della rievocazione della Quintana moderna. Cosa state studiando per l’occasione?
Una delle novità che proporrò presto al Comitato Centrale è quella di riportare in piazza la Quintana nella sua forma originaria, per mostrare ciò che era e come è cambiata: l’abbiamo modificata ben consapevoli di cosa fosse la Giostra originale. In questi anni abbiamo raggiunto un elevatissimo grado di ricerca storica; il riconoscimento a livello regionale e nazionale è arrivato, abbiamo il patrocinio del Presidente della Camera, del Presidente del Senato.
La Quintana è una manifestazione internazionale. Lo abbiamo capito quando siamo andati a Bruxelles, a New York ma anche dalle attenzioni della Regione Umbria e ci prepareremo al meglio per questo importante ottantennale.
(Intervista tratta dal supplemento di ECO)
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