La Corte dei Conti ha stabilito che non c’è stato alcun danno erariale

Perugia, 12 ott. 2023 – Tutti prosciolti. È questo l’esito della sentenza con cui la Corte dei Conti ha prosciolto da tutte le accuse Donatella Tesei, difesa dall’avvocato Francesco Alessandro Magni, Luca Coletto, difeso dagli avvocati Chiara Cacciavillani e Giovanni Maccagnani, Luciano Bacchetta, difeso dall’avvocato Daniela Bacchetta, Gilberto Gentili, difeso dall’avvocato Antonio D’Acunto, ed Evelina Autiello, difesa dall’avvocato Maurilio D’Angelo, oltre ai convenuti Maria Balsamo, Mauro Pianesi, Angelo Cerquiglini, Graziano Antonielli, Roberto Morroni, Paola Agabiti, Michele Fioroni, Enrico Melasecche Germini e Claudio Dario.

L’accusa della Procura della Corte dei Conti aveva quantificato in un danno erariale di 3 milioni e 800 mila euro la contestazione agli amministratori pubblici, rei secondo la Procura di aver “utilizzato i soldi del lascito Mariani a titolo colposo” non sulla base del vincolo testamentario.

Gli amministratori erano stati così citati in giudizio per avere agito, sempre secondo la Procura, “in palese violazione del vincolo di destinazione”, in quanto la somma del lascito era vincolata, “ad alleviare le sofferenze dei malati dell’ospedale di Città di Castello”.
Eppure, secondo le difese degli imputati, quei soldi non sono sarebbero mai stati spesi e ancora presenti nelle casse dell’Usl Umbria 1.

La tesi difensiva, infatti, ha dimostrato che il lascito non fu utilizzato per “avviare la riqualificazione dell’ex ospedale, che versa oggi in un inaccettabile stato di abbandono e progressivo degrado” perché l’ex ospedale non è più di competenza del Comune di Città di Castello ed è già dismesso, mentre la somma è stata dirottata alla Regione che non ha ancora speso un euro di quanto ricevuto.

Peraltro, l’ex ospedale non ha più la destinazione d’uso sanitaria e, pur volendo, sarebbe impossibile destinare la somma ad “alleviare le sofferenze dei malati di quel luogo”.

Una tesi che è stata accolta in pieno dai giudici della Corte dei Conti che hanno così smentito la teoria della Procura e hanno stabilito che non c’è stato alcun danno erariale, prosciogliendo dalle accuse tutti gli imputati.

“Si tratta di una sentenza – commenta l’Avvocato Antonio D’Acunto che nel procedimento ha curato la difesa di Gilbero Gentili – per la quale esprimiamo grande soddisfazione. Arriviamo all’esito sperato, che ritengo assolutamente giusto in quanto sottolinea e riconferma tutte le facoltà connesse alla discrezionalità della scelta amministrativa”.

 

 

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