Foligno, 14 maggio 2024 – Un trentenne straniero, di origine albanese, sovente in stato di ebbrezza, conseguente all’abuso di sostanze alcoliche, nonché spinto da ossessiva gelosia e volontà maniacale di controllo della propria partner, maltrattava, anche in presenza del figlio di nove anni, la propria coniuge convivente, sottoponendola a continue aggressioni fisiche e psicologiche.
I due coniugi, connazionali, genitori di un figlio di nove anni, si erano da tempo stabiliti a vivere in Foligno. L’uomo, in più occasioni nel corso della convivenza, ha impedito alla coniuge di uscire autonomamente dall’abitazione, vietandole anche di frequentare le sue sorelle e le amiche.
Era solito insultarla, denigrarla in ogni modo arrivando anche a minacciarla di morte, sottoponendola così ad una continua violenza psicologica alla quale lei, temendo aggressioni fisiche, non reagiva. Violenze gratuite alle quali la sottoponeva soprattutto quando rientrava in casa alterato dall’abuso di alcolici.
La scorsa estate, in una circostanza, l’aveva afferrata per il collo, in altra, per impedirle di uscire da casa abbigliata in maniera non a lui gradita, l’aveva picchiata colpendola con pugni e calci.
Per ultimo, recentemente, sempre perché ossessionato dalla gelosia e contrariato dalla sua scelta di voler trovare un impiego lavorativo – si era recata infatti, a sostenere un colloquio -, dopo averla tempestata di telefonate per controllarne ogni attività di vita, al rientro in casa ed in presenza del figlio minorenne, la picchiava violentemente colpendola con calci e pugni, la strattonava, l’afferrava per il collo ed infine per i capelli, trascinandola per la casa.
Il figlio di nove anni, non riuscendo a placare la violenza del padre, telefonava al Numero Unico Emergenze (N.U.E. 112) chiedendo aiuto ai Carabinieri del Comando di Foligno.
L’immediato intervento della pattuglia dei Carabinieri poneva fine ai maltrattamenti. Nella circostanza la donna, che ha trovato il coraggio di denunciare il marito per le continue violenze e vessazioni subite, ha riportato lesioni giudicate guaribili in 21 giorni.
Al fine di tutelare l’incolumità della giovane mamma e di suo figlio, il GIP del Tribunale di Spoleto, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto nei confronti del marito la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di comunicare con loro con qualsiasi mezzo e di avvicinarsi ai luoghi da essi frequentati. Dovrà, infatti, mantenere una distanza non inferiore ai 500 metri e i suoi spostamenti saranno monitorati con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Il soggetto allo stato attuale delle indagini si presume innocente.
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