E’ stato ribadito che non può essere la realizzazione di questi impianti, che non determinano nessuna ricaduta economico – occupazionale, la risposta e la soluzione per le nuove generazioni montane
Nocera Umbra 30 giugno 2024 – Su iniziativa del Comitato “Un’altra idea per l’Appennino “ di Nocera Umbra, si è tenuto nei giorni scorsi un incontro fra i comitati e i rappresentati dei territori di Foligno, Valtopina, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Serravalle di Chienti, Camerino e Pieve Torina, per analizzare e approfondire la grave situazione che consegue ai numerosi progetti di impianti eolici industriali presentati al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ( MASE) , che investono il territorio dell’alta collina e della montagna umbro- marchigiana.
Si è preso atto, purtroppo, che l’assalto continua e siamo ormai a circa 70 torri con altezza da 180 ai 200 metri, che andranno a trasformare, irreversibilmente, il contesto naturale dei territori montani, sia della Regione Umbria che della Regione Marche.
I presenti all’incontro hanno condiviso che la realizzazione degli impianti dei progetti presentati pregiudica, in maniera irreversibile, le peculiarità e i valori panoramici, naturalistici, ambientali e la biodiversità di aree non idonee e non compatibili per interventi industriali di questa natura e portata.
Particolare rilevanza è stata data anche all’incidenza di tali opere, che non riguarderà solamente lo specifico sito d’installazione ma, stante l’alta visibilità e la dimensione degli aerogeneratori, determinerà una trasformazione radicale dei panorami dell’intera fascia valliva, collinare e montana dell’alta valle del Topino e della piana di Nocera Umbra e Gualdo Tadino, della valle Folignate e Spoletina e degli affacci orientali dal Parco del Monte Subasio, mentre, sul versante marchigiano, inciderà pesantemente sulle aree contermini degli altipiani di Colfiorito, Camerino, Monte Cavallo e Pieve Torina;
E’ stato rimarcato che i territori investiti da questi impianti costituiscono un patrimonio irrinunciabile per il mantenimento e lo sviluppo delle comunità collinari e montane, che sono l’ossatura socio-economica della dorsale appenninica e ancora resistono e si oppongono, strenuamente, al continuo spopolamento. Non può essere la realizzazione di questi impianti, che non determinano nessuna ricaduta economico – occupazionale, la risposta e la soluzione per le nuove generazioni montane.
Si è poi ribadita l’importanza delle energie rinnovabili ma anche la non condivisione dell‘aggressione ai nostri territori, operata in un quadro in cui la crisi climatica viene spesso presa a pretesto dagli imprenditori dell’eolico, che decidono dove e come fare impianti, senza tenere minimamente in conto le volontà delle comunità interessate, svincolati dai contenuti della pianificazione urbanistica regionale, provinciale e comunale e senza considerare e rispettare le caratteristiche geologiche, panoramiche, naturalistiche, archeologiche, agricole e socio- economiche di ciascun territorio.
Si è preso atto che oggi la partita si gioca sull’attuazione delle linee guida ministeriale, che detterà il quadro generale rispetto al quale le singole Regioni dovranno procedere all’individuazione delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti eolici e fotovoltaici.
Rispetto a ciò, è stato sottolineato come questo processo non possa essere attuato senza una reale partecipazione ed un coinvolgimento diretto della popolazione, delle associazioni e dei comitati dei territori interessati. Questo metodo è uno dei punti chiave che sarà espressamente richiesto alle rispettive Regioni e alle singole amministrazioni comunali interessate.
Dovrà, inoltre, essere attentamente valutata la ripartizione del fabbisogno energetico spettante a ciascuna Regione per gli obiettivi 2030, che dovrà essere equamente distribuito su tutto il territorio regionale. Al momento, in Umbria il 20 % del fabbisogno energetico è concentrato su appena il 2,5 % del territorio regionale, cioè sulla nostra parte della dorsale appenninica che è ancora chiamata a pagare.
Ritenendo importante che i territori possano e debbano esprimere le proprie posizioni in maniera democratica, ma anche forte e consapevole, si è ribadita l’importanza di far fronte comune fra i due versanti regionali.
Per questo, al pari degli Stati Generali che hanno riunito a Roma il 22 maggio u.s. associazioni e amministrazioni di tutta Italia , si è ritenuto utile ed opportuno programmare l’organizzazione di un presidio locale, ovvero gli Stati Generali di questi due versanti dell’Appennino, dove saranno invitati a partecipare i sindaci, le associazioni, le categorie economiche e singoli cittadini a cui sta veramente a cuore il destino di questa nostra parte di Umbria e di Marche.
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